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Grafene: il materiale da un miliardo di euro

Roma, 15 marzo

Chi, o cosa, ha più influenzato il corso della storia? Sono stati più importanti Napoleone e Giulio Cesare, oppure i primi artigiani che impararono a manipolare i metalli e sfruttare l’energia immagazzinata nei minerali? Partendo dalla preistoria, un racconto attraverso legionari romani, cavalieri medioevali, rivoluzione industriale e computer, per arrivare al prossimo futuro, ai nuovi materiali a base di carbonio come i nanotubi o il grafene, materiale sul quale l'Europa ha investito in ricerca e innovazione con un miliardo di euro. Ne parla Vincenzo Palermo, responsabile delle attività sui materiali avanzati dell’istituto Isof presso il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Bologna. Autore di più di 120 articoli su riviste internazionali, ha coordinato numerosi progetti europei ed è uno dei nove fondatori del progetto 'Graphene Flagship', il più recente e più grande progetto strategico di ricerca lanciato dalla comunità europea, vincitore del FET Flagship award, un finanziamento di un miliardo di euro in dieci anni. L'incontro è uno dei sei appuntamenti de 'La scienza e noi', iniziativa curata da Viviana Kasam, giornalista e presidente di Braincircleitalia, in programma al Teatro Eliseo di Roma. 'La scienza e noi' ha invitato sei relatori di grande rilievo nazionale e internazionale per raccontare le ricerche più all’avanguardia e come impatteranno sul quotidiano di ognuno di noi. Con il linguaggio del teatro, non delle aule universitarie, e con la volontà di trasmettere al pubblico l’emozione e la bellezza della scienza. Della creazione di nuovi materiali come il grafene, se ne  legge sui giornali, ma spesso senza comprenderne l’impatto sulla vita e sul futuro. 

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