Ogni organismo vivente è costituito da una complessa rete di elementi che ne determina l'esistenza. L'ambiente è l'habitat delle molteplici espressioni vitali tra loro interconnesse e dipendentemente articolate. Il termine ""ambiente"", quindi, cela e sostanzia al contempo il concetto di rete: una forma di relazione che pone entità in contatto e ne anima l'interazione. Questo processo sinergico si determina nelle più ampie e plurime accezioni del termine stesso, trovando la sua definizione in vari ambiti relazionali: da quello sociale a quello ambientale, al virtuale. La società globale, dominata dall'innovazione tecnologica, ha contribuito alla propagazione di reti e di scambi, facilitati dai nuovi media. I social network - quali Facebook, Twitter, Youtube e altre forme digitali di comunicazione - sono, oggi, gli strumenti più usati per socializzare e creare contatti: nuovi forum di ritrovo che si stanno sostituendo alle forme aggregative tradizionali, fatte di rapporti in ""carne e ossa"". Il guru della sociologia contemporanea, l'illustre Zygmunt Bauman, particolarmente attento e critico sulle nuove forme di reciprocità virtuali, figlie di una condizione ""liquida"" della umana esistenza, di una società fluida e impalpabile, ha voluto omaggiare i lettori di Eco-news con un suo autorevole contributo sul tema. Il professor Bauman evidenzia, a tal proposito, una dicotomia imprescindibile tra il termine ""rete"" e quello di ""comunità"". Sulla comunità si può contare, come su un vero amico, quello ""che si riconosce al momento del bisogno"". I network informatici, invece, rappresentano, secondo Bauman, un rifugio per gli emarginati della società, per coloro che temono il rifiuto. Gli amici virtuali non impongono responsabilità né vincoli, non prevedono costrizioni né critiche. Il prof. Domenico Masi, ordinario di Sociologia delle Professioni presso l'Università ""La Sapienza"" di Roma, intervistato da Eco-news, affronta il tema della rete in chiave di trasformazione, di mutazione dei rapporti e dei lavori nella contemporaneità, con un approccio positivo verso il progresso tecnologico che, tramite i nuovi media, favorisce la produzione e la diffusione più capillare del sapere, apportando vantaggi soprattutto alle attività di tipo intellettuale. Sveva Sagramola, conduttrice televisiva Rai di Geo. Geo, ci illustra nella rubrica ""Primo Piano"" l'importanza delle reti nell'ambiente, poiché favoriscono la libera circolazione di idee e di esperienze. Un tema, dunque, molto controverso ma complesso e affascinante, meritevole di approfondimento. In questo numero abbiamo cercato di esaminare le varie sfumature dei significati che la reti interpretano. Da acceleratore di cambiamenti epocali, come nel caso del ruolo che le reti informatiche hanno svolto nelle dinamiche della ""Primavera araba"", al ruolo inclusivo che hanno avuto nella riscrittura della nuova Costituzione islandese, dove gli strumenti tecnologici sono stati messi al servizio del bene comune, per dare voce ai cittadini e alle loro istanze. Dalle reti del volontariato, che diventano ""ponte umano"" tra diverse culture, alle virtuose smart grid, connessioni intelligenti per distribuire energia elettrica evitando sprechi, alla dematerializzazione della P.a., che concorre alla gestione digitale ed ecosostenibile della attività amministrativa pubblica. Aspetti sociali, quindi, molto sentiti e attuali che non potevamo esimerci dall'analizzare, con la convinzione che nell'odierna contingenza di smarrimento collettivo, dove gli individui non trovano più riferimenti attendibili, cresce la voglia di appartenere a gruppi solidali e trasparenti, nei quali ritrovare stimoli e fiducia, per essere nuovamente attivi e propulsivi. Ora più che mai è il caso di dire con forza ""facciamo rete"". Ma all'insegna della condivisione di azioni costruttive e partecipate.