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Più Europa con i social network
Il vecchio continente investe nella comunicazione virtuale come strumento di unione
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16/05/2012

Quando negli anni '60 gli Stati Uniti misero a punto un nuovo sistema di difesa e controspionaggio per combattere la guerra fredda, di sicuro non immaginavano che quel sistema sarebbe diventato nel giro di 50 anni il mezzo di comunicazione più accessibile al mondo e che tramite esso rivolte, proteste e indignazione avrebbero legato migliaia di cittadini in una grande rete virtuale. Dal 1994, anno di nascita di Geocities - primo social network che consentiva a persone residenti nella stessa città di condividere risorse multimediali - la creazione dei social networks ha rivoluzionato l'uso di internet e il modo di mettersi in relazione, di fare gruppo. L'importanza di questi mezzi di comunicazione è stata compresa velocemente anche dall'Unione Europea che, forse più di ogni altro apparato governativo, risente di uno scarso attaccamento da parte dei suoi cittadini. In poco più di tre anni dal lancio del proprio profilo Facebook, l'UE è diventata la terza istituzione civile al mondo per numero di fans (370 mila), dopo la Casa Bianca e l'Unicef. Un successo raggiunto grazie all'offerta di contenuti chiari, che rendono comprensibile il linguaggio amministrativo delle istituzioni di Bruxelles. Su Facebook è finito anche l'ufficio di selezione del Personale "EUcareer", collegato a una pagina dal titolo "EU Careers Raconteurs", in cui i dipendenti dell'organizzazione europea descrivono la loro attività all'interno degli uffici.
Altro grande successo è stata l'apertura di un canale dedicato sul sito di videosharing YouTube. EUtube ha raggiunto ben più di 19 milioni di visualizzazioni in 6 anni, di cui poco meno della metà ottenute con il video "Film lovers will love this", realizzato con scene sensuali tratte da migliaia di film europei e pensato dall'UE per supportare il cinema continentale. Twitter si riconferma invece lo strumento preferito di Commissari ed eurodeputati. Al punto che l'UE ha investito anche nella realizzazione di un portale personalizzato: "Twitt your MEP".
Il servizio permette, in teoria, ai 200 milioni di utenti del social network di porre domande agli eurodeputati, che devono quindi rispondere in meno di 140 caratteri, presentando la discussione sotto forma di vero botta e risposta simultaneo. Sul versante della formazione vale la pena di citare un grande successo dell'UE: Una piattaforma di e-learning che rende possibile la collaborazione on line delle scuole primarie e secondarie di tutta Europa. Tramite essa i professori e gli alunni dei vari Stati europei possono entrare in contatto, scambiare idee e pianificare attività per collaborazioni future tra di loro e con i paesi partners dell'UE. Sfruttare, ad esempio, gli strumenti di internet per chattare in un'altra lingua e sostituire così i vecchi pen friends. Due progetti, infine, sono degni di nota: Citzalia e Generation awake.
Il primo è un social network animato sul tipo di Second Life, che ricostituirà nei minimi dettagli le strutture del Parlamento europeo e l'attività dei suoi dipendenti e membri politici. Il secondo è una campagna della Commissione Ambiente contro lo spreco di risorse. I principali strumenti utilizzati per raggiungere il più alto numero di cittadini sono una clip di grande diffusione su internet, un sito web dedicato al tema e una pagina su Facebook, i cui visitatori vengono incoraggiati ad aderire a "Generation awake" e ad accettare nuove sfide, quali l'uso dei soli trasporti pubblici per un mese o la riduzione della durata della doccia per risparmiare acqua. Rimanendo in tema ambientale, vale la pena citare alcune azioni green che, al di fuori dell'ambito delle istituzioni europee, stanno prendendo sempre più piede in Europa proprio grazie ai social network. Come non ricordare il "guerrilla gardening", una forma di disobbedienza civica a buon fine, il cui scopo è quello di occupare, preferibilmente nelle ore notturne, pezzi di aiuole, giardini e terreni incolti o non curati delle città per piantare centinaia di fiori e alberi. Lo scopo è quindi quello di rendere verde e bello un pezzo della città e invogliare altri cittadini a prendersene cura l'azione non sarebbe totalmente legale e gli adepti di questa attività si organizzano via social networks sui tempi e luoghi delle successive azioni di giardinaggio guerriero. Sul versante dei social media specializzati prende sempre più piede anche in Italia Wiser Earth, una comunità on line che consente di localizzare e connettere quel movimento globale composto da organizzazioni e singole persone interessate ai problemi più importanti della nostra epoca: cambiamento climatico, povertà, ambiente, pace, acqua, fame, giustizia sociale, conservazione della natura, diritti umani e tanti altri. In poche parole, il vecchio adagio "l'unione fa la forza" sembra essere confermato, anche se l'unione è solo virtuale. 

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