Sempre più spesso la nostra penisola, a ogni latitudine e longitudine, è colpita da gravi episodi ricollegabili al dissesto idrogeologico del territorio che, oltre a danneggiare cose ed edifici, purtroppo, causano numerose vittime. In questi casi ogni tragedia è accompagnata dalle promesse delle autorità pubbliche a far quanto necessario affinché detti episodi non abbiano più a ripetersi. Tuttavia, in tempi di "spending review", i tagli ai bilanci delle amministrazioni locali finiscono per colpire anche i fondamentali interventi di stabilità del territorio. Esistono però positive eccezioni fra cui i casi di Senigallia, Endine Gaiano e Peveragno, come messo anche in evidenza dall'ultima indagine sul dissesto idrogeologico realizzata da Legambiente ed edita nel novembre 2011. I tre comuni ci hanno spiegato come si possa in concreto ridurre il rischio idrogeologico, con investimenti mirati, tutela del territorio e partecipazione volontaria dei cittadini. Tutti e tre i comuni sono stati colpiti, negli ultimi decenni, da gravi calamità: nel 2000 e nel 2002 a Peveragno si sono succedute due alluvioni.
A Senigallia, nel 2010, l'esondazione del fiume Cesano ha causato l'allagamento delle vie limitrofe e della vicina zona industriale e commerciale e, l'anno successivo, la rottura dell'argine sinistro del fosso demaniale Sambuco ha provocato l'allagamento di abitazioni, attività commerciali, artigianali e agricole.
A Endine Gaiano, dal 1979 al 2002, si sono verificate cinque alluvioni. Le brutte esperienze passate hanno evidentemente rappresentato un monito che ha spinto le amministrazioni comunali a un rapido intervento.
A Peveragno (Cuneo) il vicesindaco Stefano Dho ha spiegato che, dopo aver individuato le aree a rischio, gli amministratori hanno posto divieti di urbanizzazione delle stesse, approvando numerosi provvedimenti quali, ad esempio, la Carta geomorfologica e dei dissesti, la Carta della difesa idraulica e la Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica. Lo strumento urbanistico viene poi regolarmente adeguato alle normative di Protezione Civile.
Nel comune gli uffici preposti e il gruppo comunale di protezione civile effettuano, poi, monitoraggi periodici che consentono rapidi interventi per mitigare e, se possibile eliminare, le criticità di volta in volta individuate. Tutti questi accorgimenti hanno consentito di far fronte senza particolari disagi alle precipitazioni metereologiche straordinarie che si sono susseguite dal 2002 a oggi. In quanto ad Endine Gaiano (Bergamo) come chiarito da Mario Moretti, assessore alle opere pubbliche, patrimonio, protezione civile, ecologia e ambiente, è stato istituito un Piano di governo del territorio (Pgt) che prevede la possibilità di costruire nuovi insediamenti esclusivamente in aree a basso rischio idrogeologico e di alluvionamento. Negli anni tale strumento, accompagnato da un costante ed attento monitoraggio dell'ufficio tecnico e della polizia locale, ha preservato il territorio dalle conseguenze negative che avrebbero potuto causare gli eventi calamitosi.
Il comune di Senigallia (Ancona) infine, il sindaco Maurizio Mangialardi ha raccontato che, oltre all'applicazione del Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Marche che individua le aree inedificabili e quelle a più alta criticità rispetto alla classificazione dei possibili rischi, ha puntato molto su un attento un monitoraggio periodico di tutte le zone a rischio. Dato comune alle tre esperienze è la circostanza che l'attività di prevenzione non si è limitata all'adozione di atti amministrativi e al monitoraggio del territorio, ma viene costantemente accompagnata da una fitta e puntuale opera di manutenzione con una serie di atti definiti in base alle esigenze e alle peculiarità locali. A ciò si è affiancata una intensa opera di informazione della popolazione, nel caso in cui si verifichino comunque situazioni di allarme legate al dissesto che, sebbene possa essere fortemente ridotto (e con esso i relativi danni), nei territori a rischio idrogeologico, non può essere del tutto annullato. Così, nel territorio di Senigallia, oltre agli interventi di ordinaria manutenzione dei fossi e dei canali di scolo di competenza comunale - a cui si è aggiunta una campagna di comunicazione e controllo indirizzata a tutti i proprietari di terreni agricoli per la pulizia di fossi e canali di scolo di loro competenza - e alla regolare pulizia dell'alveo del fiume di concerto con la provincia di Ancona, l'amministrazione comunale ha recepito il progetto provinciale per la realizzazione lungo il fiume Misa di vasche di espansione utili a mitigare il più possibile eventuali esondazioni del fiume e a limitare quindi pericoli per le colture, le abitazione e soprattutto le persone.
Per completare l'opera di prevenzione, il comune di Senigallia ha redatto un Piano di emergenza idrogeologico attraverso il quale ha individuato le zone a maggior rischio, prevedendo, in caso di evacuazione forzata, quali siano le metodologie standard per diramare lo stato d'allerta e quali siano le aree di attesa, i centri di accoglienza e gli edifici da utilizzare per ospitare la popolazione in caso di emergenza. Il piano per ogni zona a rischio, ha inoltre individuato le modalità operative per la gestione della chiusura di tutti gli accessi in entrata e i percorsi di arrivo dalle zone di pericolo a quelle individuate per l'assembramento. Per la popolazione è stata realizzata una campagna di comunicazione, con l'indicazione dei comportamenti corretti utili alla prevenzione dal rischio e delle procedure da seguire in caso di emergenza. Sono stati organizzati incontri con i residenti, sono state realizzate esercitazioni per l'evacuazione ed è stato attivato in via sperimentale su una delle zone a rischio, in aggiunta alle procedure standard per la diffusione dell'allerta, un sistema di messaggistica istantanea.
A Peveragno, nel corso dell'ultimo decennio, sono stati fatti ingenti investimenti per la realizzazione di una serie di interventi sui corsi d'acqua e per la difesa dei boschi. Nella maggior parte dei casi di tratta di opere straordinarie che hanno migliorato la regimazione idraulica dei corsi d'acqua con la sistemazione degli alvei, la protezione delle sponde e la riprofilatura delle sezioni trasversali con briglie di consolidamento. In alcuni casi, in modo particolare sui rii minori, gli interventi sono stati realizzati mediante l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica con uso di legname, pietrame e materiale vegetale vivente. È stata poi effettuata la riconversione di una vecchia area industriale dismessa, denominata "Polvere nera", attigua al Torrente Bedale, in zona commerciale con la rilocalizzazione della nuova struttura in area di sicurezza rispetto alla prossimità del corso d'acqua esistente. Anche qui, il comune ha adottato un Piano comunale di protezione civile, accompagnato da molti altri provvedimenti, quali il Regolamento per la costituzione del Gruppo Comunale dei volontari della protezione civile, che descrivono tutte le procedure da attuare nello stato di emergenza. Grazie poi al periodico locale Peveragno Oggi, il comune è in grado di informare la popolazione sulle procedure da osservare in caso di eventi meteo eccezionali che sono fra l'altro oggetto di esercitazioni in modo particolare per quanto attiene le scuole, la casa di riposo e gli edifici pubblici.
Chiudendo questa carrellata di buone pratiche, l'amministrazione comunale di Endine Gaiano ha inserito nel bilancio dell'ente un apposito capitolo di spesa per la manutenzione del reticolo idrico minore e comunque di tutti quei luoghi con rischio idrogeologico. Oltre a ciò, varie squadre di volontari della protezione civile operano fattivamente, a titolo gratuito, nel monitoraggio del territorio realizzando anche numerosi interventi di manutenzione finalizzate soprattutto alla mitigazione dei rischi legati al reticolo idrico. Anche il comune di Endine Gaiano non ha poi trascurato il coinvolgimento attivo della cittadinanza, con un ruolo fondamentale rivestito dalle scuole, presso le quali annualmente vengono effettuate iniziative di sensibilizzazione, evacuazioni e i ragazzi spesso vengono coinvolti in esercitazioni di protezione civile.