Jorge Mario Bergoglio, l'argentino prelevato ""alla fine del mondo"", sta sconvolgendo gli animi dei fedeli e penetrando le profondità più recondite delle coscienze con toccanti esternazioni, con la sua immensità. Papa Francesco, sorprendentemente eletto da un Conclave lungimirante e consapevole, sta infervorando il mondo e risvegliando la voglia di appartenenza. Dagli esordi della sua nomina alla cerimonia dell'intronizzazione di martedì scorso, l'eco di questa ""voce illuminante"" ha oscurato le nefandezze, gli odi, le invidie e le superbie che dominano la contemporaneità. In soli sette minuti di omelia, profusa in piazza San Pietro al cospetto di una copiosa folla desiderosa di speranza e comprensione, alla presenza dei potenti della Terra, il ""Vescovo di Roma"", così ama definirsi, ha elargito un messaggio deciso, chiaro, gravido di pathos. Francesco ha definito il potere come servizio e ha richiamato tutti alle proprie responsabilità, alla ""custodia del creato"", della natura, dell'ambiente. Rivelazione epocale l'appello alla salvaguardia ecologica del mondo, che merita una attenzione prominente. La compromissione del creato include ogni specie ivi presente, dunque la sua tutela presuppone la cura della totalità di esso. L'ambiente,casa universale dell'uomo, diviene allora istanza centrale nel messaggio di Papa Francesco che ha compreso l'esigenza di non trascurare detti aspetti, per garantire le future generazioni. Le parole del Pontefice, che inneggiano alla bontà e alla tenerezza, tuonano con esultanza innovativa e rinfrancano i volti irrigiditi dall'indifferenza di una società arida e distratta. La sua essenza duale, formata nell'osservanza delle regole dottrinali e ortodosse del pensiero gesuita e vocata alla sobrietà caritatevole propria del francescanesimo, si erge a determinare una personalità nuova e complessa, in grado di sorprendere, capace di emozionare il mondo. In una contingenza di smarrimento, di perdita dei riferimenti, di disaffezione verso ogni istituzionalità, Francesco ha riacceso ""le feu de la passion"". E' il paladino di una vera rivoluzione che intende passare attraverso la tangibilità degli esempi, l'emulazione delle azioni. L'innovazione radicale di un sistema globale fallato, irrimediabilmente ""esaurito"", deve ripartire dal patrimonio delle ""buone testimonianze"", da un positivo ""déjà fait"" che offra garanzie di conoscenza ed esperienza, poste nell'orbita di una totale rigenerazione, della riformattazione di protocolli ingessati, della propensione al cambiamento. Francesco apre le braccia, sa accogliere l'umanità, specie i più poveri e deboli, ristabilendo, così, una interazione orizzontale con il suo popolo. Si pone come ""primus inter pares"" e mostra la sua disponibilità al cambio di rotta. Un ""Papa buono"" che tiene alla ""cura d'anime"", un faro di luce missionaria che, con l'autorevolezza della semplicità, inizia a spargere il semeper la rinascita di un pianeta migliore.