Il ruolo dell'energia, il mercato elettrico italiano ma soprattutto l'efficienza energetica, strumento essenziale non solo per arrivare agli obiettivi ambientali ma soprattutto come strumento di crescita del nostro Paese, e, infine, la necessità di una legislazione ambientale omogenea sul territorio in coerenza con quella europea: il vicepresidente per lo Sviluppo Economico di Confindustria, Aurelio Regina, entra nello specifico tracciando un quadro imprese-territorio alla luce delle nuove necessità del nostro Paese.
Industria, territorio, energia green: lo sviluppo verde unico futuro possibile o vede necessario un mix di soluzioni?
Bisogna puntare all'autonomia energetica e dotare il Paese di una legislazione ambientale omogenea sul territorio, coerente con quella europea. Le linee guida della Strategia Energetica Nazionale devono costituire gli orientamenti della politica energetica nazionale, per garantire regole certe per lo sviluppo della green economy - con particolare riferimento alle misure per l'efficienza energetica - per l'efficientamento economico degli impianti e per l'utilizzo intelligente delle risorse energetiche nazionali accertate, in linea con gli standard e gli indirizzi europei.
Il sistema energetico in Italia, quale sviluppo, tra crisi e consumi?
L'energia è un fattore importante per la competitività del sistema Paese e per questa ragione è necessaria una politica energetica che riduca progressivamente il differenziale di costo che ci separa dagli altri Paesi europei. È questa una delle leve fondamentali su cui agire per rendere più competitive le nostre industrie, come abbiamo indicato anche nel Progetto di Confindustra per l'Italia. La strategia da adottare nei prossimi mesi deve certamente concentrarsi sulle linee di intervento che il nostro Paese dovrà definire per raggiungere gli obiettivi 20-20-20 (-20% CO2 / +20% Rinnovabili / +20% Efficienza). Tuttavia dobbiamo sviluppare la nostra azione anche a più lungo termine, verso gli obiettivi del 2050, fissati sia dalla Roadmap per l'energia che dalla Low carbon. Si tratta di due documenti chiave per le linee di indirizzo da adottare, sia dal punto di vista della sostenibilità, che da quello delle decisioni in materia energetica che dovremo intraprendere a livello nazionale.
Quali sono i risultati ottenuti da Confindustria nel settore?
Ci muoviamo a 360° perché siamo convinti che la politica energetica abbia un ruolo centrale per lo sviluppo del Paese. Nell'ultimo anno ci siamo concentrati sul completamento del processo di liberalizzazione del mercato del gas naturale. La nostra azione sta dando i suoi frutti poiché il sistema industriale italiano sta beneficiando della convergenza dei prezzi nazionali con quelli dei principali paesi europei. Il mercato elettrico italiano, nonostante abbia da tempo completato un soddisfacente processo di liberalizzazione, si trova ora ad affrontare serie difficoltà strutturali. Confindustria ritiene necessario rivedere il funzionamento del mercato elettrico, caratterizzato dal passaggio da un sistema tradizionale di produzione centralizzata, a quello della generazione distribuita, dovuto alla crescita sostenuta della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non programmabili. Inoltre è fondamentale l'attività che abbiamo svolto nel campo dell'efficienza energetica, in cui in cui ci siamo impegnati a promuovere l'industria nazionale per la produzione dei prodotti e beni in questo settore, che detiene la leadership tecnologica sui mercati internazionali. L'efficienza energetica, infatti, è uno strumento essenziale non solo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale ma anche come un'opportunità di crescita per il sistema Paese e le sue industrie. Analisi condotte da Confindustria mostrano quali siano gli effetti positivi di un corretto sviluppo di politiche di efficienza energetica. L'impatto economico complessivo per il sistema paese è pari a 15,4 miliardi di euro. Il complesso delle misure di efficienza energetica nei vari settori industriali porterebbe ad un risparmio potenziale del nostro Paese tra il 2010 e il 2020, pari a circa 72 Mtep di energia, per raggiungere il quale si attiverebbe un impatto socio-economico pari a circa 130 miliardi di euro di investimenti, un aumento della produzione industriale di 238 miliardi di euro ed un crescita occupazionale di oltre 1,6 milioni di unità di lavoro. Nell'ambito delle fonti rinnovabili poi, Confindustria si è concentrata per ottenere il perseguimento di una strategia di politica industriale di medio-lungo termine, basata su regole certe. Siamo convinti che sia questa la strada da percorrere per promuovere la creazione di un'industria nazionale di settore e per ottenere una razionalizzazione del sistema di incentivazione utile al contenimento dei costi dell'energia.
E i vostri prossimi obiettivi?
Riteniamo importante che l'individuazione delle politiche più efficienti debba essere affrontata nell'ambito di un progetto integrato, capace di delineare una strategia energetica nazionale, organica e strutturale per il Paese. Un piano a lungo termine nel campo dell'energia è un tassello fondamentale della politica industriale e Confindustria lavorerà a fianco del Governo perché vengano definite azioni in questa direzione.