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Idee innovative, volano per l'occupazione
Ne è convinta Paola Perini, coordinatrice di Innovami, incubatore di impresa di Imola
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07/11/2013

Startup e incubatori d'impresa. Sono tra le novità del XXI secolo. Ma cosa sono? Ce lo racconta Paola Perini, coordinatrice di Innovami, incubatore imolese.
Cosa si intende per Startup?
In un'accezione strettamente finanziaria, la startup è l'impresa che sviluppa e sperimenta un prodotto, un processo o un servizio nuovo o innovativo ma che deve ancora dimostrare in pieno la sua validità economica attraverso una vendita su base industriale.
E cosa è un incubatore di impresa?
Gli incubatori sono luoghi, fisici o virtuali, che supportano lo sviluppo delle startup mettendo a disposizione risorse e competenze per sviluppare e consolidare l'assetto imprenditoriale e per condurre l'impresa al mercato. Un'impresa trova nell'incubatore una serie di servizi reali - e spesso anche finanziari - quali spazi fisici, laboratori, banda larga, mentori, visibilità e comunicazione, consulenze specialistiche per lo sviluppo del piano industriale, per la revettazione, per l'accesso al mercato e il coinvolgimento in network a valore aggiunto.
Perché oggi, rispetto al passato, si sente così tanto parlare di Startup e incubatori d'impresa?
Da molto tempo scienza, tecnologia, bisogni e valori stanno sviluppando modi nuovi e più efficaci di combinare i fattori di produzione e di soddisfare i bisogni umani. Le startup coniugano imprenditorialità e innovazione agevolando crescita, sviluppo e progresso soprattutto in paesi, come il nostro, in cui alcuni fattori di produzione - lavoro, energia, ambiente e infrastrutture - sono particolarmente costosi. In Italia, al momento, rappresetano un volano per l'occupazione e l'auto-occupazione di persone con alta formazione e alta competenza come i laureati, ma anche figure tecniche, manageriali e commerciali.
Come, perché e per idea di chi nasce Innovami?
Innovami nasce nel 2005 da un'idea del Con.AMI, Consorzio Azienda Multiservizi Intercomunale di Imola, sviluppata anche grazie alla collaborazione con l'Università di Bologna e con alcuni aziende delterritorio imolese. Innovami opera su due fronti: da un lato accorciando e rendendo efficace il rapporto ricerca-industria attraverso progetti di validazione e dimostrazione tecnologica (soprattutto Ict) con imprese prevalentemente del territorio e, dall'altro, proteggendo e valorizzando l'innovazione attraverso la brevettazione, lo stimolo alla nascita, il supporto alla creazione e l'incubazione di nuova imprenditorialità innovativa. È un incubatore non finanziario che sostiene le startup riducendo i costi reali, eroga servizi specialistici e promuove relazioni efficaci per lo sviluppo del prodotto/servizio e del mercato. Ogni impresa che entra nell'incubatore ha un portafoglio di servizi e di premi in denaro che viene utilizzato grazie all'intervento di uno o più mentori e di un tutor. I servizi sono calibrati per portar l'impresa a raggiungere almeno la prima vedita pilota durante il periodo di incubazione che, di norma, è di 2 anni. Sostiene, inoltre, l'accesso alla finanza aziendale sia attraverso la messa a disposizione di informazioni ed assistenza a bandi pubblici e privati di finanziamento sia mettendo l'impresa in contatto con investitori istituzionali e non. Quali sono i criteri per ritenere che un'idea sia fattibile e si passi al suo sostegno e realizzazione? Con un gruppo di esperti che vengono dal mondo imprenditoriale e universitario, valutiamo progetti imprenditoriali già formalizzati con un business plan da gruppi imprenditoriali che sono motivati a fondare un'impresa. La qualità, la motivazione e la completezza del gruppo imprenditoriale rappresntano i criteri fondamentali per la fattibilità dell'idea. Gli altri elementi sono l'innovazione proposta, la valutazione della congruenza del piano rispetto al mercato e alle sue barriere, l'adeguatezza dell'investimento, oltre che la sinergia con le imprese del territorio e dell'incubatore.
Crowdfounding: Chi e perché decide di sostenere le startup? Quali sono i diversi vantaggi che se ne possono trarre?
È uno strumento molto utile sia per chi vuole verificare l'interesse per il proprio prodotto/servizio, sia per chi cerca del capitale di rischio per la propria idea. Il modello reward-based (in cui le persone che effettuano una donazione per un progetto ricevono in cambio una ricompensa o un premio, ndr) è quello che sta funzionando in modo più significativo anche perché consente di avere riscontro - dagli utenti che popolano internet - circa l'interesse esplicito su un prodotto-servizio che può essere ancora in fase di svilupo o addirittura solo pensato.
Crowdfounding ma non solo...quali sono le forme di sostegno per le startup che Innovami porta avanti?
Abbiamo fatto uno screening delle imprese dell'incubatore per valutare la fattibilità di una loro campagna di crowd-funding, abbiamo realizzato degli incontri formativi su due tipologie di interesse per le imprese incubate (Equity e Reward-based) e quindi identificato la mappa delle piattaforme maggiormente idonee e stiamo supportando la pubblicazione di progetti per verificarne l'efficacia e i costi reali.
Quanti progetti ha seguito fino ad ora Innovami e quanti sono ancora sul mercato?
Nei sette anni di attività abbiamo valutato più di 70 business plan che, a loro volta, hanno portato alla "incubazione" di 21 imprese di cui 18 ancora esistenti. Attualmente sono in corso di accesso all'incubatore 3 nuove imprese e i 3 vincitori della call for idea di quest'anno "Una nuova idea d'impresa" stanno facendo con noi l'analisi di pre-fattibilità di mercato con buone prospettive. Quelle che sono già uscite trovano nuovi clienti, realizzano fatturato, cumulano patrimonio soprattutto sotto forma di brevetti anche se il tasso di crescita è condizionato dalla difficoltà ad accedere ad alcune risorse quali competenze e finanza adeguata.
Ci sono stati, fino ad oggi, progetti legati all'ambiente, l'ecologia, energia e/o efficienza energetica?
Quasi un quarto dei progetti di impresa che abbiamo valutato nel corso di questi anni riguarda i temi dell'ambiente, delle fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica. In particolare essi afferiscono a sistemi di ottimizzazione, supportati da ICT, di energia termica e elettrica da co-generazione e da fonti rinnovabili, a prodotti e servizi per lo sfruttamento e gestione delle energie rinnovabili in micro-scala, e a metodi per la raccolta, differenziazione e lo smaltimento dei rifiuti. Potrebbe raccontarci una o più esperienze di startup (concluse o in corso) a cui tiene particolarmente? Optitsrl, ad esempio, propone soluzioni di innovazione nei processi di ottimizzazione della raccolta dei rifiuti, degli impianti energetici e della pianificazione e gestione delle reti termiche ed elettriche. Plasticsortsrl, invece, progetta, sviluppa e realizza impianti per lo smaltimento dei rifiuti in grado di separare i singoli materiali plastici a seconda della natura del polimero, per poi incanalarli - già separati - in specifici nastri trasportatori.
Secondo Lei, che differenza c'è tra un sostegno economico dato dal vincere, ad esempio, un bando pubblico per una buona idea e un percorso in un incubatore d'impresa?
È la differenza tra vincere una lotteria e diventare ricco. Partecipare ai bandi pubblici per nuove idee rappresenta un momento di confronto molto importante con altre idee e con potenziali investitori, aiuta a perfezionare la propria idea e a renderla appetibile. Il percorso nell'incubatore serve, invece, a sviluppare le competenze di marketing, produzione, organizzative e finanziarie per rendere l'idea un'impresa concreta e il network per il loro potenziamento.
In Italia, sono migliaia le imprese che chiudono ogni anno. Conviene davvero in questo Paese puntare sull'apertura di nuove aziende?
Il fenomeno della natalità e mortalità d'impresa è naturale. Piuttosto c'è da domandarsi quali sono i settori più colpiti dalla mortalità e le ragioni di tali chiusure. Credo quindi che bisogna puntare sull'apertura di nuove aziende innovative collegate ai nostri settori più strategici di produzione ed esportazione che sviluppano ed entrano in nuovi mercati e che potenziano alcuni comparti del terziario avanzato.
Da qui a 10 anni come vede Innovami e in generale il settore degli incubatori d'impresa? Aumenteranno o c'è il rischio che sia un "fenomeno passeggero"?
In Italia e all'estero il numero degli incubatori è in continua crescita. Tra 10 anni ci saranno ancora gli incubatori, ma con formule diverse. Mi aspetto, inoltre, una riconfigurazione del panorama degli incubatori verso una maggiore specializzazione e attenzione all'innovazione che crea industria e soprattutto valorizzazione del territorio. 

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