Anche il futuro dell'energia, così come quello di molti altri settori economici, è scritto in buona parte alla voce sostenibilità. Unita all'innovazione, per rendere le tecnologie sempre più efficienti e a minore impatto ambientale. E, considerando che sempre più spesso le nuove soluzioni arrivano dal basso e nascono in piccolo, anche il mercato dell'energia e più in generale la green economy passeranno di frequente attraverso le startup. Tutti questo elementi sono racchiusi in Enel Lab, il programma di Enel partito a maggio scorso per il sostegno a imprese appena nate attive nei settori delle tecnologie pulite. Di fronte ai grandi cambiamenti che stanno interessando il settore, racconta il responsabile del progetto Alberto De Paoli, "il Gruppo ha capito che era necessario vivere l'innovazione dall'interno e non suolo da fuori". L'azienda, che distribuisce luce e gas a 61 milioni di clienti in 40 Paesi del mondo, investirà da qui al 2015 circa 15 milioni di euro in idee imprenditoriali innovative dedicate alle clean tech: energie rinnovabili, reti intelligenti, stoccaggio di energia, automazione, efficienza energetica. Un'attività di incubazione per sette imprese - sei italiane e una spagnola - che potrebbe dar vita a collaborazioni tra Enel e le neonate società e ad applicazioni tecnologiche ancora oggi imprevedibili. Ma che allo stesso tempo rappresenta un'opportunità per l'innovazione verde: Enel, racconta De Paoli, mette infatti a disposizione delle startup un contributo fino a 650mila euro, oltre a formazione e assistenza e alla possibilità di accedere ai centri specializzati e testare le tecnologie sul campo.
Com'è nata l'idea del progetto Enel Lab?
L'idea nasce dall'unione di culture diverse. L'anno scorso, quando abbiamo festeggiato i 50 anni di Enel, il Gruppo ha voluto anche investire per il rilancio economico del Paese. Allo stesso tempo, ci siamo accorti che il mercato dell'energia stava cambiando velocemente, soprattutto grazie per esempio alla generazione distribuita, l'intelligenza delle reti, l'elettrificazione dei consumi. Un'evoluzione che era necessario che Enel vivesse dall'interno, e non solo da fuori. <span class="s1">Vi siete ispirati ad altre esperienze simili? <span class="s1">Molti grandi gruppi, da Telecom a Finmeccanica, hanno dei progetti di questo genere. Nell'ambito delle utility, però, la nostra è un'esperienza abbastanza unica. A differenziarla da altri programmi di sostegno alle startup è l'investimento in una branca precisa, in questo caso le tecnologie pulite, e la completezza del supporto che offriamo.
Concretamente, cosa dà Enel alle startup oltre a un contributo economico?
Mettiamo a disposizione la tutorship tecnica da parte di persone che in Enel si occupano quotidianamente di innovazione, l'accesso ai nostri laboratori e anche la possibilità di fare sperimentazioni sul campo. Inoltre, forniamo una consulenza nel settore commerciale e una formazione biennale in management, in modo che gli startupper non abbiano solo buone idee, ma . A questi servizi si aggiungono l'assistenza contabile e legale, i servizi logistici e il supporto finanziario: un contributo di 250mila euro il primo anno, a cui possono aggiungersi altri 400mila euro se il Gruppo decide di continuare la collaborazione per altri 12 mesi.
A che punto è l'attività delle sette aziende selezionate a maggio scorso?
Le startup sono già state finanziate, hanno definito il piano per la crescita e il modo in cui useranno i fondi. Stanno cominciando a sperimentare soluzioni operative, o a concretizzare le loro idee di partenza in collaborazione con i tecnici. Alla fine di questo primo anno, per ognuna faremo un'analisi del business plan e una valutazione della soluzione tecnologica sviluppata, per capire se ha delle possibilità commerciali. Sulla base di questi elementi, decideremo se continuare l'incubazione per il secondo anno. Non porteremo avanti solo le aziende che hanno una possibilità di collaborazione diretta con Enel, ma più in generale quelle che ci sembreranno in grado di stare sul mercato con soluzioni valide.
Siete soddisfatti?
Siamo molto soddisfatti: i risultati li valuteremo un po' più in là, ma per adesso Enel Lab sta andando bene.
Enel Lab sarà un'esperienza unica o l'azienda conta di replicarla in futuro?
Ad oggi si tratta di un programma triennale, e l'investimento approvato finora copre il periodo 2013-2015. L'innovazione rimane tuttavia una priorità di Enel, che vuole appunto vivere i grandi cambiamenti del mercato energetico dall'interno.
Per quale motivo, in un momento di crisi economica, un Gruppo come Enel ha scelto di puntare sulle startup invece che investire in attività di Ricerca e sviluppo interne all'azienda?
In realtà non abbiamo scelto una cosa o l'altra: le due azioni non si escludono. Enel ha anche un piano quinquennale per attività di innovazione all'interno dell'azienda, in cui sta investendo 500 milioni di euro. Direi però che abbiamo immaginato una filiera dell'innovazione con diversi interventi: per le startup, lo strumento è Enel Lab, a cui si aggiungono poi altri progetti in settori diversi.
Che importanza hanno per il futuro del gruppo i settori in cui operano le sette startup?
Con clean tech intendiamo un campo abbastanza vasto, in cui rientrano diversi settori in cui fare innovazione energetica: l'ambito domestico, l'informatizzazione, la generazione distribuita per le diverse fonti rinnovabili, l'intelligenza delle reti - le così dette smart grid - e ancora l'elettrificazione dei consumi, a partire dalla mobilità elettrica, che taglia le emissioni inquinanti e fa bene all'ambiente. Ma le applicazioni non finiscono qui: questi sono alcuni esempi, e molte sono oggi ancora difficili da prevedere. Ma in fondo questo è il motivo per cui siamo qua: così come in California l'innovazione che portò a Apple iniziò in un garage, così oggi gli effetti del connubio tra tecnologie delle telecomunicazioni e reti energetiche sono imprevedibili.
Lei ha un'esperienza di 11 anni nel settore delle telecomunicazioni: l'ha aiutata ad approcciarsi all'innovazione in campo energetico?
Quella delle telecomunicazioni è una storia molto interessante e, con le dovute differenze, il parallelismo tra questi due settori c'è. Nelle Tlc, internet ha cambiato completamente il paradigma di business. Allo stesso modo, l'efficienza energetica, le rinnovabili e la generazione distribuita oggi stanno modificando profondamente il mercato dell'energia.
LE SETTE AZIENDE SCELTE PER L'INCUBAZIONE
Lo scorso maggio, una giuria composta da rappresentanti del management di Enel e del mondo industriale e scientifico ha scelto le sette startup destinate ad entrare in Enel Lab tra 215 società appena nate iscritte al concorso. Le imprese sono state scelte in base a tre criteri principali: potenzialità di crescita, qualità e competenza del team manageriale, allineamento strategico con il business del Gruppo. Sei startup italiane e una spagnola, che operano nei vari settori delle clean tech, le tecnologie pulite che rappresentano il futuro dell'energia. Eccole, in ordine alfabetico. Atea vuole sviluppare turbine eoliche ad asse verticale, capaci di produrre energia grazie allo spostamento d'aria generato dai veicoli in transito. Athonet punta invece alla creazione di una rete di traffico dati dedicata alle smart grid, mentre Calbatt ha l'obiettivo di dar vita a una tecnologia che permetta di ottimizzare il ciclo di ricarica delle batterie. Green Lab Engineering è nata con l'idea di sviluppare una soluzione per la gestione proattiva della rete a bassa tensione; mentre i-EM si propone di creare un sistema di simulazione e supporto alle decisioni per l'energy management. Mirubee, unica impresa non italiana, è focalizzata sullo sviluppo di una tecnologia che consenta il monitoraggio dei consumi domestici. Smart-I lavora invece per mettere a punto un sistema di gestione che migliora l'efficienza e il controllo dell'illuminazione pubblica.