E' un nuovo modo di concepire gli impianti a biomasse: piccoli, a filiera cortissima e zero speculazione. La start up salernitana Nenvisol ha inventato ReBiCo, il “Reattore Biologico Compatto” che porta la tecnologia della fermentazione anaerobica di rifiuti organici in piccola scala, con moduli da 1Kw.
“Ci siamo domandati: perché tutte le piccole imprese che producono scarti non possono usarli per avere biogas, e quindi energia elettrica e calore, riducendo allo stesso tempo i rifiuti? Con la nostra tecnologia possono ricavare l’energia necessaria per alimentare una cella frigo o una stalla”, spiega Rossella Priore, 30 anni, responsabile marketing della società fondata due anni fa con i coetanei Marco Priore e Antonio Bottini.
ReBiCo è pensato per aziende del comparto agro-alimetare (in Italia 6.300 secondo l’Istat), società di ristorazione e catering, mense, alberghi, ristoranti, imprese agricole e zooteniche. Ma anche per Comuni sotto i 25mila abitanti, in cui grazie all'impianto di NEnviSol è possibile creare tante isole ecologiche, ognuna con il proprio bioreattore. Dopo un anno e mezzo di lavoro sul prototipo, l'azienda sta perfezionando la macchina e sta collaborando con l'università di Salerno per la sua sperimentazione.
Scelta da Intesa San Paolo e Confindustria per il progetto Officine formative-AdottUp, NEnvisol ha già dei contatti con grandi gruppi energetici nazionali e ha ottenuto un finanziamento di circa 220mila euro dal ministero dello Sviluppo economico per l'innovazione nelle regioni del Sud Italia. “Se le risorse arriveranno nei tempi prestabiliti, a ottobre lanceremo ReBiCo sul mercato. Con quei soldi e altri che ci metteremo di tasca nostra avvieremo uno stabilimento per la prod uzione della macchina, che oggi è realizzata da ditte esterne italiane. Qualcuno ci considera dei pazzi, ma anche se all'estero si risparmia, noi vogliamo dar vita al nostro progetto qui, nel Meridione, usando le nostre professionalità”.