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Auto, a tutto gas per tagliare le emissioni e aiutare l’economia
Con una quota di mercato del 14%, le vetture a GPL e metano sono un fenomeno tutto italiano
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16/12/2014

La strada verso l’auto ad emissioni zero passa dal gas. Tutti parlano di auto elettrica ma ad oggi le immatricolazioni in Italia ed Europa sono pochissime (nel 2013 in Italia sono state poco più di 800), mentre la flotta di auto a gas (GPL e metano), eccellenza italiana nel mondo, è composta da più di 2.700.000 vetture. Questa consistenza numerica e la tecnologia tutta “made in Italy” fanno della auto a gas una risposta “pronta all’uso”  capace di ridurre l’impatto ambientale e nello stesso tempo creare occupazione. Alle potenzialità “green” dello sviluppo dei veicoli a combustibili gassosi in Italia è dedicata la ricerca “Green economy e veicoli stradali: una via italiana” realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con la collaborazione di Assogasliquidi Federchimica e del Consorzio Ecogas. Sono proprio i numeri a dimostrare le potenzialità del settore; negli anni della crisi, mentre le auto tradizionali hanno conosciuto un drastico calo delle immatricolazioni, le auto a gas hanno continuato a crescere (tra il 2011 e il 2012 le immatricolazioni sono quasi triplicate passando dal 5,55% al 13%) e nel 2013 la quota di mercato della auto a gas è arrivata al 14,1%. L’attuale stock di auto a gas circolante in Italia è in termini assoluti il più rilevante d’Europa, rappresentando il 76,8% del parco europeo per le auto a metano e il 26% per quelle a GPL. Inoltre in Italia oltre al produttore (Fiat) c’è una piccola e grande industria dell’ auto a gas che va dalla produzione di impianti per la conversione a GPL e metano (con più di 6.000 officine), al rifornimento stradale (più di 3000 distributori di GPL e 1000 di metano).

Nella ricerca sono esaminate tutte le ricadute ambientali ed economiche dello sviluppo del settore. In uno scenario di elevata penetrazione delle auto a gas in Italia da oggi al 2030, con la progressiva sostituzione di una parte delle auto a combustibili liquidi del parco circolante italiano, si arriverebbe al 2030 ad oltre 3,5 milioni di t di CO2 in meno, a 67 tonnellate di particolato e 21 mila tonnellate di ossidi di azoto in meno. La riduzione di particolato prevista al 2030 equivale alle emissioni che sarebbero generate mediamente in un anno da 4 milioni di auto diesel. Per migliorare le prestazioni ambientali delle auto a gas ci sono poi dei promettenti sviluppi nel campo delle alimentazioni ibride e nell’alimentazione a biometano. Non solo l’ambiente trarrebbe vantaggi da una maggiore penetrazione delle auto a gas, ma anche l’economia: si stima infatti che con maggiori investimenti si creerebbe valore aggiunto e nuova occupazione che al 2030  è stata stimata tra  22. 700 e 66.000 posti di lavoro aggiuntivi. "Un caso esemplare di green economy – ha osservato il Presidente della Fondazione, Edo Ronchi - dove miglioramenti ambientali producono vantaggi economici e occupazionali”.

Ma per non bloccare questo mercato. la ricerca avanza anche alcune proposte normative: lasciare invariata la tassazione attualmente applicata ai carburanti gassosi (grazie alla minore imposizione fiscale il costo di un litro di GPL è di 0,778 euro e del metano di 0,660; estendere a tutto il territorio nazionale la disciplina che oggi è applicata a discrezione delle regioni, cioè di esentare i veicoli alimentati a gas dal pagamento del bollo per 5 anni. In Piemonte, ad esempio, dove questa norma è stata adottata le vendite di auto a gas sono aumentate del 200%. Ma c’è chi chiede anche una ripresa delle politiche di incentivazione “Negli anni scorsi – ha osservato il Presidente del Consorzio Ecogas, Alessandro Tramontano - le immatricolazioni a gas sono arrivate a toccare il 21% del mercato e le trasformazioni sono state anche 270.000 all’anno, mentre nel 2014 ci fermeremo purtroppo a non più di 100.000 unità”.

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