La green economy “made in Italy” prende la via di Bruxelles in occasione del semestre di Presidenza italiana dell'Ue che comincia oggi. Il Consiglio nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese che hanno fatto dell’ambiente il loro marchio distintivo, ha presentato infatti al Governo un pacchetto di proposte su sei argomenti strategici per la crescita verde. Si tratta di fisco, clima e energia, agricoltura sostenibile, risorse idriche, rifiuti e occupazione e industria. “Troppo spesso – ha detto Edo Ronchi del Consiglio Nazionale - le numerose indicazioni che vengono da organismi internazionali o dall’Ue in materia green, come nel caso del fisco, non si traducono in proposte legislative. Noi vogliamo spingere per arrivare a provvedimenti concreti”
Tra le proposte più interessanti contenute nel pacchetto ci sono certamente quelle legate alla fiscalità ecologica, in particolare quella di varare un programma di riforma della fiscalità generale integrato con quella ambientale che sia incentrato su uno spostamento significativo della tassazione dal lavoro all’ambiente, almeno 10 punti di gettito in 5 anni. Sul capitolo clima energia poi, in vista di un nuovo negoziato sul clima, il Consiglio chiede al Governo di attivarsi per l’identificazione di tre target distinti, ambiziosi, e legalmente vincolanti per le emissioni di gas serra, le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica e la ripartizione degli impegni tra gli Stati Membri attraverso un meccanismo di burden sharing che includa anche meccanismi periodici di verifica dei risultati associati a sistemi premiali o sanzionatori. L’agricoltura, quella sostenibile e di qualità, è una parte rilevante del pacchetto e si concentra sulla revisione del regolamento per l’agricoltura biologica e sulla semplificazione delle procedure per la denominazione di origine dei prodotti.
“L’origine di un prodotto – ha ricordato Stefano Masini, responsabile ambiente di Coldiretti - è il luogo in cui la geografia esprime i valori dell’agricoltura sostenibile”. In un pacchetto tanto articolato non poteva mancare il tema dell’occupazione e dell’industria green, visto che Commissione e Parlamento europeo hanno posto questi temi come priorità del 2014. Il Consiglio fra le sue proposte chiede di considerare le opportunità di nuovo sviluppo e occupazione create da politiche ambientali. E l’Europa sa quanto vale l’ambiente, visto che i green jobs sono 3 milioni e incidono sul PIL per il 2-3%.