L’Italia potrebbe avere entro un anno un pacchetto di ecotasse che attua il principio del doppio dividendo: economico e ambientale. La delega fiscale approvata definitivamente il 24 febbraio scorso introduce infatti fra le 15 riforme fiscali anche quella ambientale e il Governo ha 12 mesi per attuare la delega “Per la prima volta – ha detto l’economista Aldo Ravazzi Douvan - esplicitamente in un testo legislativo si parla di fiscalità ambientale e la delega inoltre è potenzialmente ampia”.
In sintesi l’ art 15 della delega fiscale prevede, attraverso decreti legislativi, l’introduzione di nuove forme di fiscalità e la revisione della disciplina delle accise sui prodotti energetici e
sull’energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio e delle emissioni di ossido di azoto e di zolfo. Il maggior gettito, secondo il principio del doppio dividendo dovrà essere destinato prioritariamente alla riduzione della tassazione sui redditi, in particolare sul lavoro generato dalla green economy, alla diffusione e innovazione delle tecnologie e dei prodotti a basso contenuto di carbonio, al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili, alla revisione del finanziamento dei sussidi alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
I principi su cui si basa sono il raccordo con la tassazione già vigente a livello regionale e locale, il principio della neutralità fiscale, la conformità con la revisione della Direttiva ETD (Energy Tax Directive), la decorrenza degli effetti delle disposizioni adottate coordinata con la data di recepimento proprio della revisione della Direttiva ETD.
Il menu europeo della tassazione ambientale cui ispirarsi, come ha spiegato Ravazzi Douvan, “è molto ampio” (la tassa sull’ aviazione di Gran Bretagna e Germania, quella sui pesticidi della Danimarca ecc). In Italia sono stati molti i tentativi di introdurre riforme fiscali green, quelle andate in porto sono la tassa sui sacchetti di plastica nel 1990 e la carbon tax del 1997.