Circa un quarto delle imprese italiane è ‘green oriented’. Si tratta di imprese, che soprattutto in settori come il food e l’agricoltura di qualità, le energie rinnovabili, la chimica green, la gestione dei rifiuti hanno saputo fare di innovazione e ambiente un fattore di competitività e una ricetta anticrisi. Proprio per incentivare il potenziale innovativo di queste imprese green “made in Italy” e darne visibilità anche verso gli investitori e i mercati e nel solo 2013 internazionali è stato creato l’Italian Council for Eco Innovation, l’Osservatorio Innovazione e Tecnologia per la Green Economy, frutto di un partenariato tra il Ministero dell’Ambiente e la Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il supporto dell’ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
“L’osservatorio – ha spiegato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile - è nato per incentivare il potenziale innovativo green delle imprese italiane e per lanciare il green tech italiano su scala europea ed internazionale”. Proprio l’eco-innovazione, che ha come fine il disaccoppiamento della crescita economica dalla riduzione di capitale naturale, offre al sistema economico numerose opportunità: evita i costi degli impatti ambientali; fa risparmiare i costi per materiali, energia e smaltimento dei rifiuti; fa conquistare nuovi mercati e permette di adottare modelli di business più capaci di adattarsi al cambiamento. L’Osservatorio appena istituito si è posto alcuni obiettivi immediati per sostenere lo sviluppo del cleantech nazionale. In particolare Individuare le eccellenze italiane per innovazione e ricerca nel campo della green economy, favorendo l’internazionalizzazione delle imprese; definire i settori tecnologici più avanzati su cui investire nel breve-medio periodo, in base alle prospettive di mercato e del contesto internazionale; identificare partner internazionali per dare visibilità al Sistema Italia sia per attrarre interesse e investimenti in campo internazionale sia per facilitare i contatti a livello nazionale tra il mondo della ricerca e dell’innovazione e il mondo industriale; Individuare le opportunità di finanziamento disponibili, incluso il venture capital e i fondi di co-finanziamento nazionali e comunitari. Ronchi ha osservato anche che le rinnovabil sono uno dei driver dell’ecoinnovazione, nel settore lavorano infatti circa un milione di persone in tutta Europa e nel 2013 in Europa la quota di rinnovabili sulla nuova potenza installata è stata del 70%.