Marzia Fiordaliso vive di ecologia 24 ore al giorno e si occupa di comunicazione ambientale. È autrice di Eco in città, la collana di guide per chi vuol essere ecosostenibile anche all’interno delle nostre metropoli. In occasione dell’uscita della terza edizione romana, l’abbiamo intervistata. Per sapere come evolvono le nostre città e tendenze green.
Come nasce l’idea di Eco in Città?
Nasce da un’intuizione condivisa con Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis Onlus che pubblica le guide annuali di Roma e Milano e la piattaforma web giornaliera. Ci eravamo resi conto che non esisteva una pubblicazione del genere e che, dopo un’esperienza ventennale nel settore dell’ambientalismo, potevamo organizzare le informazioni e il know how in nostro possesso suggerendo ai cittadini i modi possibili per vivere a basso impatto: una sorta di “pagine verdi”.
Negli anni e nelle diverse edizioni, la struttura delle guide è restata la stessa perché ci sembrava completa; di certo, sia Roma sia Milano, si sono “allargate” perché, nonostante la crisi, è aumentato il numero di attività green.
Anche www.ecoincitta.it, nata nel 2009, rappresenta una vera e propria agenzia verde cittadina e cresce giornalmente offrendo la possibilità di trovare il punto sostenibile più adatto alle proprie esigenze.
Ritieni che siano cambiate le città? L’attenzione verso l'ecosostenibilità aumenta o la crisi ha colpito anche gli esercizi green?
La città è un organismo vivente complesso in costante evoluzione e direi che stiamo entrando nell’era digitale: mi sembra che la sensibilità stia crescendo e che si abbia sempre meno voglia di danneggiare “l’ambiente urbano”. Certo non è facile essere ecologisti in una metropoli dove regnano il traffico, lo smog, i centri commerciali che incitano al consumismo e subendo quotidianamente la mancanza di piste ciclabili e l’inefficienza del trasporto pubblico! Ma siamo sempre più consapevoli e pronti ad affrontare la sfida per la ri-costruzione di una società diversa, più a misura d’uomo.
Voglio segnalare qualche dato fotografato dal nostro “osservatorio”: in particolare, si registra la crescita della mobilità sostenibile con i nuovi servizi di car-sharing privato e l’exploit delle bioprofumerie. Il settore dell’alimentazione biologica tiene senza grosse novità; aumentano gli acquisti di prodotti a marchio bio nella grande distribuzione. Tanti i bar che hanno “riconvertito” la propria offerta cominciando ad aprirsi al mondo, in costante aumento, dei vegani e quindi fanno da traino per 4 settori: l’alimentazione, ma anche abbigliamento, accessori e cosmesi. Nonostante la crisi si continua a spendere per il benessere della propria persona, puntando all’ecosostenibilità e al cruelty free (“spendo rispettando la natura”).
Quali sono le caratteristiche che un esercizio commerciale deve avere per essere inserito nelle guide?
I parametri generali utilizzati per l’inserimento di un “punto sostenibile” sono l’impatto sull’ambiente, la sostenibilità economica, l’utilità sociale e l’etica.
Non solo negozi. Quali sono le categorie raccontate e raccolte dalle guide?
Sono sette: 1) le aree protette (parchi, riserve e giardini); 2) la mobilità (il car sharing, le piste ciclabili, le associazioni di settore); 3) la tavola, verso la quale noi italiani “nutriamo” sempre grande interesse (ristoranti biologici, vegetariani e vegani, i negozi, le botteghe equo e solidali, i catering, le aziende dove acquistare direttamente i prodotti, i mercati) 4) l’abbigliamento e la cosmesi (gli esercizi che vendono vestiti a basso impatto ma soprattutto usato e le bioprofumerie); 5) la casa (l’arredamento ma anche i consigli per una corretta raccolta differenziata); 6) i bambini (come vestirli e intrattenerli); 7) le riviste, i master e i corsi universitari.
Alcuni negozi espongono l’adesivo “consigliato da Eco in Città”. In quali casi viene rilasciato?
Viene dato a tutti gli esercizi presenti nelle 2 Guide che hanno già “superato” una selezione iniziale. Normalmente viene apposto dal proprietario sulla vetrina per affermare la sostenibilità di quello spazio. L’obiettivo è, soprattutto, quello di fare sistema, creare una rete, costruendo un circuito di punti vendita responsabili e in dialogo tra loro e con i cittadini.