Mentre aumentano i comuni serviti dalla raccolta dei rifiuti porta a porta, si moltiplicano anche le tecnologie per renderla più economica ed efficiente. Così, sognando una Smart city purtroppo ancora un po' lontana dalla realtà urbana di tutti i giorni, la gestione di ciò che buttiamo si fa più intelligente. Esistono per esempio tecnologie per pesare gli imballaggi differenziati da ogni famiglia e calcolare così una tariffa rifiuti “puntuale”, ma anche cassonetti intelligenti. Come quello lanciato l'anno scorso da Hera in alcune città dell'Emilia Romagna per la raccolta stradale dei RAEE, i rifiuti elettrici ed elettronici. Il cittadino può conferire elettrodomestici e dispositivi non più funzionanti usando la tessera sanitaria, in modo da garantire la tracciabilità dei rifiuti. Per i più virtuosi, sono previsti anche buoni sconto da spendere in negozi e supermercati.
E ci sono anche sistemi per abbattere il volume dei rifiuti raccolti, che si traduce in meno svuotamenti dei cassonetti, con risparmi economici e ambientali. La start up trentina Witted, per esempio, ha inventato un compattatore per gli imballaggi che buttiamo, in particolare per quelli in vetro e plastica, con l'obiettivo di ridurne l'ingombro e il peso.
“La raccolta dei rifiuti è l'unica attività della casa che ancora non ha un elettrodomestico. Il nostro sistema consuma la stessa energia di un bollitore elettrico e in soli 15 secondi è in grado di ridurre il volume dei rifiuti del 76%”, spiegano i fondatori Andrea Saiani, Edoardo Benuzzi ed Emanuele Rocco. “Le aziende di raccolta e gestione dei rifiuti potrebbero dare il nostro compattatore in comodato d'uso alle famiglie: ci guadagnerebbero entrambe”. In un sistema di raccolta porta a porta, infatti, per le municipalizzate si ridurrebbero i “giri” per il ritiro della differenziata, mentre “i cittadini pagherebbero per il volume effettivo dei rifiuti prodotti”. Inoltre, come altri tipi di cassonetti smart, il compattatore è reso “intelligente” dalle tecnologie ICT: “Attraverso un sensore wireless, è in grado di comunicare con la municipalizzata, avvisando gli operatori quando è il momento di passare a ritirare i rifiuti”, continuano i membri della start up, incubata all'interno di Progetto Manifattura, a Rovereto (Trento). Il prototipo del piccolo elettrodomestico, composto da un motore che schiaccia i rifiuti e un vano di raccolta per bottiglie e barattoli “compattati”, è già stato testato con buoni risultati in alcune famiglie della provincia. “Per svilupparlo sono stati necessari circa 300.000 euro. In questo periodo è in corso il processo di brevettazione. Per l'industrializzazione del prodotto, speriamo che i soldi arrivino dall'Unione europea”.