Troppe attese ed esitazioni, troppe distrazioni nella direzione di futili emergenze, tra l’altro contrastate con politiche poco incisive, distolgono i vertici dalle reali priorità di un Paese che frana miseramente sotto gli occhi “disarmati” della sua gente.
Una Italia in balia degli eventi, di destini annunciati che si manifestano, ora, nella loro più cruenta essenza e imperversano senza freni, inondando con irruenza l’intera Penisola.
Tutto sembra precipitare con decisiva e impetuosa celerità, come se un fato nefasto, travolgente e incontrastabile, stesse forgiando e plasmando alle sciagure l’identità di un popolo stremato.
In un Paese che sta irrefrenabilmente infangando la sua storia, cancellando l’opulenza di un passato eloquente e orgoglioso che si nebulizza, sopraffatto dalla evanescenza dell’incuria e dell’indifferenza.
Un Paese costretto alla labilità di politiche annunciate o, addirittura, pre-annunciate da una farsa innovativa che si esplica postando tweet.
Politiche confezionate nel backstage del potere da avveniristici comunicatori, protesi a incrementare consensi a suon di slogan.
Solo apparenze ed equilibri ostentati, che celano spesso inerzie e inefficienze, condannandoci all’immobilismo, alla stasi, alla rivelazione di un deludente “Blocca Italia”, che irrigidisce e scoraggia ogni forma di intrapresa, ogni volontà di riscatto.
E intanto si perpetua un déjà vu di interventi a posteriori per fronteggiare le tragedie, impiegando risorse incommensurabili per mera gestione della contingenza, con azioni non rassicuranti né risolutive.
Mentre uno “straripante” presente oscura ogni anelito di futuro!