Un accordo difficile che è stato raggiunto solo in tarda notte dopo una lunga trattativa. I leader dei 28 paesi europei hanno dato via libera al pacchetto clima energia 2030, un passaggio molto importante, visto che questo rappresenterà il contributo dell’Unione europea alle trattative globali sul Clima in vista di Parigi 2015. L’accordo raggiunto dal Consiglio europeo individua, in primo luogo, tre target: emissioni di gas serra, fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, è stata confermata la proposta avanzata dalla Commissione a gennaio, fissando un target europeo di riduzione del 40% rispetto al 1990. Per le fonti rinnovabili, è stato deciso di portarne la quota al 27% sulla produzione totale e al 27% è stato fissato anche il target per l'incremento, entro il 2030, dell'efficienza energetica a livello europeo. Sia per le fonti rinnovabili che per efficienza energetica i Paesi saranno lasciati liberi di determinare il proprio mix energetico. L’ accordo sottolinea anche l’urgenza di intervenire sul settore dei trasporti, per ridurre le emissioni e i rischi legati alla dipendenza energetica, mentre per il settore agro-forestale viene richiamata la necessità di trovare un equilibrio tra obiettivi climatici e sicurezza alimentare. Inoltre sul fronte dell'interconnessione delle reti è stata trovata un'intesa per arrivare a una quota del 15%, sempre per il 2030, e del 10% entro il 2020. Il pacchetto approvato ha lasciato sul campo soddisfatti e insoddisfatti. Tra i primi il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy che ha annunciato su Twitter, appena raggiunto l’ accordo, "buone notizie per il clima, per la salute dei cittadini, per i lavori sostenibili e per i colloqui in vista di Parigi 2015"; l’ Onu che ha espresso soddisfazione per l’ accordo che definisce uno "slancio prezioso" per arrivare a un patto mondiale da siglare il prossimo anno a Parigi; il Ministro italiano dell’ ambiente, Gian Luca Galletti che ha osservato come si tratti di un grande risultato per l’ Europa “che dà un segnale al resto del mondo”. Molto più numeroso e agguerrito il fronte degli insoddisfatti. Si comincia dalle Associazione ambientaliste. Per Legambiente si tratta di “una grande occasione sprecata” e si è ceduto “alle minacce di veto britanniche e polacche”: Per il Wwf e' "un risultato debole, al di sotto di quanto ci si aspettava dall'Unione Europea in vista dell'accordo globale sul clima". Greenpeace valuta come "decisamente modesti gli obiettivi di politica climatica ed energetica al 2030”. Accanto alle associazioni ambientaliste si schierano anche le associazioni delle fonti rinnovabili. "L'accordo sugli obiettivi climatici al 2030 raggiunto nella notte a Bruxelles risulta francamente inferiore alle più pessimistiche previsioni”, osserva Gianni Silvestrini, presidente di Free, il coordinamento che raggruppa oltre 30 associazione delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica; mentre l’associazione assoRinnovabili sottolinea che sui "nuovi target al 2030 si poteva fare molto meglio" e dà "un voto di 5 su 10” alla decisione assunta dal Consiglio.