Chi non ricorda le celebri “call box” londinesi che - assieme al double-decker, il famoso bus a due piani - hanno colorato di rosso gli anni della “Swinging London”? Però con il diffondersi di telefoni cellulari, prima, e degli smartphone, poi, le celebri cabine hanno finito per divenire reperti di archeologia metropolitana destinati all’abbandono.
A salvarle da un destino ormai segnato è stata l’idea di due ex studenti di geografia della London School of Economics, Harold Craston e Kirsty Kenny, che hanno ideato il progetto Solar box: sul tetto di cabine rosse oramai in disuso verrà installato un pannello solare che permetterà di produrre l’energia necessaria a ricaricare, grazie ad un’ampia gamma di prese presenti all’interno dei box, circa 100 telefoni smartphone al giorno, notti e giornate piovose (che a Londra di certo non mancano) inclue.
La prima Solar box è già stata inaugurata davanti alla stazione della metropolitana di Tottenham Court Road, ma molte altre saranno presto attive, non più rosse ma green, fuori e soprattutto dentro. Il progetto consentirà, da un lato, di salvare dall’abbandono strutture, come le “call box”, elementi peculiari nell’immaginario collettivo dell’arredo urbano londinese, e, nel contempo, fornirà alla collettività un servizio ormai divenuto indispensabile per quanti oramai hanno una necessità costante di ricaricare gli smartphone.
Il progetto nasce dalla vittoria, vittoria, da parte degli ideatori di Solar box, del concorso “Mayor of London’s Low Carbon Entrepreneur” che incentiva le idee degli studenti di Londra finalizzate a ridurre le emissioni di CO2 e i consumi di energia per raggiungere, entro il 2025, l’obiettivo del taglio del 60% delle emissioni.
Il costo della ricarica? Gratis per gli utenti perché le spese saranno a carico degli sponsor che, in cambio, potranno trasmettere messaggi promozionali su un monitor all’interno della cabina.