Gli inquinanti pericolosi come gli Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) non sono presenti sono nell’ aria cittadina densa di smog, ma possono essere “nascosti” anche negli alimenti. Uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Izsto (l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’ Aosta) su quattro fiumi dell’ alto bacino del Po ha rilevato infatti nella popolazione di pesci gatto una concentrazione di IPA, in molto casi superiore ai limiti imposti dall’ Unione Europea. In particolare su tutti i campioni è stato rilevato il Benz(a)pirene (un inquinante potenzialmente cancerogeno) e nel 9% dei campioni i livelli erano superiori a quelli ammessi dalla legislazione Ue sulla sicurezza alimentare.
Il fiume a più alta concentrazione di IPA è risultato il Tanaro, questa parte del bacino del fiume Po è infatti fortemente popolata ed è sede di attività industriali ad alta intensità. La causa principale di queste alte concentrazioni di inquinanti nelle acque dei fiumi e di conseguenza nei pesci è da attribuire principalmente al traffico pesante in prossimità dei fiumi e alle acque reflue non adeguatamente trattate Lo studio ha analizzato il tessuto muscolare di 54 pesci gatto preso da quattro siti fluviali tra il 2009 e il 2011 rilevando la concentrazione di nove IPA: naftalene, acenaftene, fluorene, fenantrene, antracene, pirene, benz [a] antracene, crisene, e benz [a] pirene (BaP). Prendendo in particolare in esame il BaP, che è un indicatore generale di contaminazione da IPA totale negli alimenti, è stato rilevato che esso era presente in tutti i campioni e le concentrazioni variavano tra 0,05 e 8,2 nanogrammi di BaP per grammo di tessuto muscolare (ng/g). Le concentrazioni di BaP in cinque esemplari superavano poi il limite di 2ng/g che è quello consentito per il pesce fresco. Altri inquinanti pericolosi presenti nei pesci gatto studiati sono stati il crisene, potenzialmente cancerogeno e l’ antracene una sostanza estremamente problematica per le sue proprietà di bioaccumulazione. Gli autori dello studio offrono anche le loro linee guida per prevenire il consumo di alimenti contaminati: migliorare il trattamento dei reflui industriali che arrivano nei corpi idrici, distanziare le zone di pesca dagli scarichi e fare un monitoraggio continuo dei residui di Ipa.