Una settimana decisiva per combattere i cambiamenti climatici. Le marce che si sono svolte in 167 paesi per risvegliare i grandi ad avviare un’azione concreta per far fronte all’emergenza clima sono state un’apertura “popolare” alla vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che il 23 settembre vedrà riuniti più di 110 capi di stato e di governo (confermata l’assenza della cancelliera tedesca Angela Merkel e del premier indiano Narenda Modi) e numerosi ministri dell’ambiente e vice-presidenti.
La manifestazione più imponente si è svolta a New York con più di 311 mila partecipanti compreso il segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, l’ex vicepresidente Usa Al Gore, il sindaco di New York Bill De Blasio che ha appena annunciato una riduzione dell’80% entro il 2050 delle emissioni di gas serra della città di New York ed anche ministri europei, come quello italiano, Gian Luca Galletti e la francese Segole Royal. Ma i cortei hanno interessato quasi 170 paesi e si sono svolti da Roma a Parigi, Madrid, New Delhi fino a Cairns in Australia, dove si stanno incontrando i ministri delle Finanza del G20.
Il palazzo delle Nazioni Unite poi è diventate un enorme cartellone pubblicitario. La facciata nord del palazzo del segretariato e parte del palazzo dell’Assemblea Generale sono state trasformate in enormi schermi, alcuni alti fino a 30 piani, in cui sono proiettate immagini in tema di cambiamenti climatici. Gli Stati Uniti, che saranno rappresentati dal Presidente Barack Obama, nonostante le crisi mondiali da affrontare, dall’ebola al terrorismo, sono intenzionati a tenere alta l’attenzione sui cambiamenti climatici. Come ha spiegato il segretario di stato, John Kerry, essi hanno “conseguenze a lungo termine” , possono costare miliardi di miliardi di dollari e mettere a rischio “la vita e la sicurezza del mondo”.
Ma il “palcoscenico” del Palazzo delle Nazioni Unite non sarà riservato solo ai leader mondiali, ci sarà infatti una sessione che vedrà protagonisti i vertici di quelle industrie che hanno avviato interventi green e su questi fa affidamento Ban Ki-moon. “Abbiamo bisogno – ha detto – di una leadership dei governi per limitare l’aumento della temperatura e guidare il mondo per un accordo significativo sul clima a Parigi nel 2015. Ma il mondo dell’industria ha un ruolo fondamentale da svolgere”. E in un video che ha diffuso alla vigilia del vertice mostra alcuni ”capitani” d’industria che hanno lavorato sul tema dei cambiamenti climatici. Dal Ceo di Pepsi che aumenta l’efficienza energetica delle sue produzioni grazie a tecnologie innovative, al Ceo di Ikea che ha stanziato 1,5 miliardi di euro per produrre con fonti alternative tutta l’energia che consuma, fino al Ceo di Enel che investirà per produrre 4.500 megawatt di rinnovabili nei prossimi 5 anni.