La sicurezza alimentare sta per arricchirsi di un nuovo capitolo. Dopo lo scandalo delle lasagne prodotte con carne di cavallo, gli spaghetti al ragù “di equino” o la presenza di DNA equino negli hamburger di bovino surgelati, la Commissione Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza alimentare del Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che chiede alla Commissione Europea di introdurre l'indicazione di origine obbligatoria per la carne nei prodotti trasformati, come già avviene per la carne fresca e per la carne macinata.
Questa indicazione, secondo gli eurodeputati, dovrebbe servire a ridare la fiducia ai consumatori europei nei confronti dei cibi confezionati, dopo i tanti scandali. Proprio un documento della Commissione europea inviato più di un anno fa all’Europarlamento e al Consiglio, sottolineava, infatti, che oltre il 90% dei consumatori europei ritiene importante che sull’etichetta venga indicata l’origine della carne nei prodotti trasformati. Sempre secondo il documento, l’indicazione del paese d’origine è la quarta informazione più importante presa in considerazione dai consumatori quando comprano un prodotto a base di carne trasformata, dopo la data di scadenza, il prezzo al chilo e il prezzo del prodotto. "Questo voto - ha detto il Presidente della Commissione, Giovanni La Via - rappresenta un importante traguardo raggiunto dalla nostra Commissione, per le implicazioni nella tutela del consumatore”. La risoluzione chiede in particolare "di procedere con proposte legislative che rendano obbligatoria l'indicazione dell'origine delle carni presenti negli alimenti trasformati, come ad esempio il ripieno dei tortellini o il salame sulla pizza"
Il documento della Commissione dà anche un quadro completo del peso che ha in Europa l’industria della carne trasformata. Dal 30 al 50% della carne macellata in Europa viene trasformata per essere usata per prodotti a base di carne e l’industria europea della trasformazione della carne comprende più di 13.000 aziende che danno lavoro a 350.000 persone con un fatturato di 85 miliardi di euro. I prossimi passi per arrivare al varo dell’etichetta saranno una discussione con interrogazione orale in Commissione per mettere ai voti la proposta nella sessione plenaria dell’Europarlmaneto di febbraio.