La qualità ecologica entra nella cosmesi. Il 13 gennaio scorso è stato presentato alla Camera il progetto di legge n. 2812, in materia di certificazione ecologica di prodotti cosmetici. Il progetto, nato anche grazie alla collaborazione della SKINECO, l'Associazione Internazionale di Dermatologia ecologica, istituisce, come spiega Ermete Realacci - Presidente della Commissione Ambiente - un marchio italiano di qualità ecologica dei cosmetici, e prescrive che ogni prodotto abbia un "dossier ecologico" in cui sia specificata la composizione e la quantità di sostanze non biodegradabili o che possano avere un impatto su acqua ed ambiente.
Al momento non esistono in Italia norme che regolano la composizione, l'etichettatura ed il controllo di prodotti biologici ed ecosostenibili. Oggi, infatti, l'azienda che intende far certificare i propri prodotti, deve farlo attraverso Enti di Certificazione. Ma il ricorso ad essi è esclusivamente di natura volontaria, e l'azienda che l'ottiene deve rispettare, nella realizzazione dei propri prodotti i requisiti e gli adempimenti previsti dalla norma di produzione prescelta, e dovrà inoltre sottoporsi periodicamente a controlli ispettivi da parte dell'Ente certificatore.
Questa proposta di legge, ha lo scopo di stabilire i criteri per l'assegnazione di un marchio italiano di qualità ecologica ai cosmetici, e per determinare, in relazione ad ogni tipologia di prodotti cosmetici i limiti, i metodi di prova, i criteri di valutazione e gli strumenti per calcolare il rispetto da parte del fabbricante dei parametri di tossicologicitá del prodotto, la quantità di sostanze non biodegradabili, la presenza di sostanze che possano danneggiare la cute, nonchè quella di sostanze espressamente vietate, ed, infine, l'incidenza ecologica dell'imballaggio.
La proposta prevede inoltre una procedura di certificazione per ottenere il marchio, oltre che l'istituzione di un ente di controllo. Lo scopo di tale controllo è quello di promuovere la riduzione dell'inquinamento idrico limitando il quantitativo di ingredienti potenzialmente dannosi; di ridurre al minimo la produzione di rifiuti, diminuendo la quantità degli imballaggi; di ridurre o prevenire potenziali rischi per l'ambiente connessi all'uso di sostanze pericolose. È inoltre previsto un sistema di sanzioni per quei produttori che utilizzano il marchio in maniera impropria od abusiva.