La riqualificazione urbana passa attraverso l’edilizia in legno. RhOME for denCity, il modulo abitativo realizzato da un gruppo di studenti e docenti delle università di Roma Tre e della Sapienza, premiato a luglio scorso al Solar Decathlon Europe di Versailles, ha messo fine a un tabù. Dimostrando come il legno possa rivelarsi particolarmente adatto per “ri-densificare la città”, migliorare la vivibilità dei quartieri più disagiati e aumentare il comfort abitativo.
Lo stesso progetto, come chiedeva il concorso alle università partecipanti – 20 quelle selezionate per gareggiare -, è nato pensando alle esigenze della propria città. Il nome “RhOME” fa riferimento alla Capitale: il progetto vuole infatti essere un modulo abitativo riproducibile in edifici a più piani da realizzare nelle periferie degradate di Roma, prima tra tutte l’area di Tor Fiscale. “La zona è caratterizzata da molti insediamenti abusivi all’incrocio tra due acquedotti romani. Per dare nuova vita al quartiere, si dovrebbero demolire le baraccopoli e trasferire le persone in edifici costituiti dai nostri moduli abitativi, a cui si dovrebbero poi aggiungere spazi di coworking, FabLab, rete Wi-fi, per popolare l’area”, continua Chiara Tonelli, docente di Architettura a Roma Tre, a capo del team di RhOME. “Questo riconoscimento è un’ulteriore conferma della validità del nostro lavoro e del nostro obiettivo di sviluppare, mediante l’impiego di elementi prefabbricati, forme intelligenti dell’abitare che siano al tempo stesso rapide da costruire, economiche, sostenibili ed energeticamente efficienti”, spiegano da Rubner haus, l’azienda della provincia di Bolzano leader nella costruzione di case in legno, tra i principali partner del progetto. La casa è stata rimontata a fine gennaio proprio presso il quartier generale di Rubner a Chienes, in val Pusteria, dove rimarrà in esposizione permanente. Qui, chiunque potrà visitarla per vedere da vicino le tante innovazioni adottate.
Tra queste, c’è sicuramente l’utilizzo innovativo ed efficiente di molte componenti. “Una delle nostre parole d’ordine – racconta a Chienes Chiara Tonelli – è stata 'sinergia': le componenti della casa spesso assolvono a più funzioni, in modo del tutto innovativo. I pannelli fotovoltaici, per esempio, sono anche un sistema ombreggiante, la balaustra del balcone è un captatore termodinamico per la produzione di acqua calda sanitaria”. Una sinergia che si rispecchia anche nell’utilizzo degli spazi: grazie ai letti a scomparsa, le camere da letto di giorno si trasformano in studio e salotto, mentre i balconi ombreggiati prolungano le aree vivibili della casa. Il trasferimento dei moduli solari sulla parete ha anche permesso di svincolare la produzione energetica dal tetto, rendendo RhOME for denCity un modello riproducibile in un edificio a più piani, di cui il prototipo rappresenta idealmente quello più alto.
La casa è stata certificata CasaClima Nature, un marchio che non garantisce solo l’efficienza energetica dell’edificio, ma valuta anche gli effetti sull’ambiente, sul comfort e sul benessere delle persone. “Al contrario di altri team, abbiamo dedicato una grande attenzione alla scelta dei materiali: naturali, salubri, ma anche con una ridotta impronta ecologica”. A cui si aggiunge un sistema informatico che comunica agli abitanti della casa l’impatto economico e ambientale delle loro scelte. “Non c’è risparmio energetico senza azione umana. Per questo abbiamo scelto un sistema che fornisce agli abitanti le informazioni sufficienti perché possano prendere in mano la gestione energetica della casa”.
Credits immagine: Lorenzo Procaccini