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Pattumiere del Pianeta a dieta: ecco come va in giro per il mondo
La rivista Completely Compostable mappa le normative della raccolta differenziata con un focus sul compostaggio
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02/03/2015

Salvare il Pianeta è la mission che si sono dati gli Stati che da anni si riuniscono per prendere decisioni sulle strategie dei singoli paesi e collettivi con un percorso formalizzato nell’Earth Summit di Rio de Janeiro e che si concluderà con la Conferenza sui Cambiamenti Climatici di Parigi a fine 2015.

Tra le azioni intraprese dai diversi Stati vi sono quelle rivolte a ridurre i rifiuti e recuperare materie prime seconde. I tempi e i risultati sono molto diversi da Paese a Paese. Un interessante quadro è stato realizzato dalla rivista Completely Compostable, il magazine periodico edito dalla Vegware, che fotografa in una mappa lo stato dell’arte delle normative a livello mondiale in materia di raccolta differenziata con un focus sui prodotti compostabili. Dalla cartina si può vedere come siano sempre di più gli stati che prevedano che la cosiddetta frazione organica non finisca in discarica e venga recuperata per produrre compost o energia.

Così scopriamo come l’Italia in Europa (una volta tanto) sia sul podio - seconda solo all’Olanda - essendo stata tra i primi a livello mondiale ad aver introdotto una normativa per il recupero della frazione organica. Il numero degli Stati che adotta provvedimenti in tal senso in Europa cresce di anno in anno, stante i due ambiziosi obiettivi previsti nella cosiddetta proposta di direttiva sulla Circular Economy che prevedono entro il 2025 lo stop all’invio in discarica di tutti i rifiuti riciclabili (compostabili inclusi) e la riduzione entro il 2030 dell’80% dei rifiuti urbani e del 70% dei rifiuti da imballaggio.

Dando uno sguardo dall’altra parte dell’oceano spicca l’ordinanza del 2009 di San Francisco che ha introdotto l’obbligo di raccolta differenziata con l’obiettivo di perseguire il risultato di rifiuti zero entro il 2020. Tra le curiosità indicate nell’articolo un riferimento a green jobs. Secondo i dati riportati, infatti, un rifiuto avviato al riciclo permetterebbe di generare dai 3 ai 5 posti di lavoro in più rispetto a quando si inviano in discarica gli scarti.

 Fonte Immagine Ecostoviglie/Vegware

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