Si avvita, si rammenda, si martella e si incolla: uomini e donne dalle età più diverse siedono a lunghi tavoli insieme ad attrezzi di ogni tipo e ognuno lavora per conto proprio. Sono impegnati a riparare videocamere, orologi, giocattoli, macchine del caffè e tanti altri oggetti che altrimenti finirebbero tra i rifiuti. Sono muniti di un sapere che amano condividere: sanno cosa fare quando un pc portatile non funziona, quando uno stereo non emette più suono o quando si è staccata una gamba di un tavolino.
Queste sono le tante persone che entrano a fare parte di uno dei numerosi centri diriparazione nati spontaneamente in Germania. I centri sono tanti, ma la filosofia è una sola: provare ad aggiustare una cosa prima di buttarla e andare a ricomprarne una nuova. Insieme al proprietario dell’oggetto rotto, gli aggiustatori si mettono a tavolino per rimetterlo a nuovo senza chiedere compenso alcuno.
In Germania le iniziative di riparazione sono spuntate come i funghi. Si conta l’apertura di almeno 200 di questi luoghi negli ultimi tre anni. Un modo questo per contribuire alla diminuzione dei rifiuti e allo stesso tempo al risparmio e alla salvaguardia dell’ambiente. Si sono già avviati anche gli incontri tra i vari centri ed esiste una rete che li tiene tutti insieme. Si tratta della fondazione “anstiftung & ertomis” che oltre a mettere tutti in contatto, offre consulenza e aiuto a chi vuole aprire un nuovo centro. I luoghi finora scelti per questa attività sono i più disparati: dalle scuole agli atelier di artisti, fino alle sale delle chiese. Tom Hansing, coordinatore della fondazione si esprime così: “La società del futuro ha bisogno di cittadini informati, che non si limitano a essere solo consumatori passivi. Molti vogliono contribuire così a uno sviluppo sostenibile”.
Quattro mesi fa 120 persone si sono incontrate per scambiare idee sui centri di riparazione. È nata l’idea di creare “il sigillo” della riparazione, volto a far capire alle persone che gli oggetti possono essere riparati, cosa che molti produttori non fanno danneggiando così il cliente e costringendolo a consumare sempre di più.