Bandito per legge dal marzo del 1992, l’amianto continua a fare vittime. Ogni anno si stima che muoiano in Italia 4.000 persone a causa di malattie da esposizione all’ amianto, come il mesotelioma pleurico, un tumore che ha una latenza superiore ai 30 anni. In Italia, nonostante la legge, sono presenti sul territorio, secondo una stima del CNR-Inail, ancora 32 milioni di tonnellate di questa pericolosa fibra, sono da risanare 75 mila ettari in cui è accertata la presenza di cemento amianto, ci sono inoltre 6.913 siti industriali contenenti amianto in attesa di bonifica. A fronte a questi numeri si contano enormi ritardi per censimenti, mappatura e interventi di bonifica, tanto che se si procederà di questo passo ci vorranno 85 anni per completare le bonifiche. In occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto che si celebra il 28 aprile, Legambiente ha realizzato un dossier in cui traccia la mappa di questa emergenza ambientale e sanitaria “Urge –sottolinea Legambiente- impegno concreto nazionale e locale per fermare l’esposizione alla fibra killer: incentivi per sostituzione Eternit con tetti fotovoltaici e subito gli eco-reati nel codice penale”
Nonostante la Legge 257 prevedesse Piani Regionali Amianto redatti entro 180 giorni dalla sua pubblicazione, ad oggi Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna non li hanno ancora approvati. Il censimento poi, fondamentale per calcolare le quantità da recuperare è realizzato solo in 10 Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta), e indica oltre230mila strutture censite. In particolare, gli edifici pubblici e privati contenenti amianto sarebbero più di 188.000.L’altro strumento fondamentale, la mappatura dell’amianto presente sul territorio, è stata conclusa solo da metà delle Regioni (Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta). La Banca Dati Amianto coordinata dal ministero dell’Ambiente riporta almeno 38.000 siti su tutto il territorio nazionale, con oltre 300 siti in classe di priorità 1, ovvero a maggior rischio, su cui avviare da subito le azioni di risanamento. Sono pochi infatti gli interventi di bonifica realizzati ad oggi: 27.020 edifici tra pubblici e privati; lenti quelli in corso: 26.868; molti quelli ancora da iniziare. Ma certo sarà difficile risolvere il problema amianto se la rete impiantistica per il suo smaltimento rimane insufficiente: attualmente le regioni dotate di almeno un impianto specifico sono undici, per un totale di 24 impianti (5 in Sardegna, 4 in Piemonte e Toscana, 2 in Emilia, Lombardia e Basilicata, 1 in Abruzzo, Friuli, Liguria, Puglia e la provincia autonoma di Bolzano), con volumetrie residue insufficienti a garantire un corretto smaltimento dei materiali che ancora oggi finiscono al 75% in discariche fuori dai confini nazionali.Per celebrare la X giornata mondiale delle Vittime dell’amianto, mercoledì 29 aprile, a partire dalle ore 9.00, si terrà un incontro al Senato organizzato dal Coordinamento nazionale amianto.
Credits immagine Wikipedia / Enrico Pargaetzi