Lasciare il piatto vuoto a tavola. Per molti di noi, da piccoli, una regola fondamentale ripetuta dai genitori anche per rispetto di tutte le persone che, nel mondo, soffrono la fame. In altre culture, perché lasciare il piatto “pulito” rappresenta un segno di apprezzamento nei confronti di chi ha cucinato.
Queste regole morali hanno ancor più senso se si leggono i dati diffusi dalla Fao che ha stimato come, ogni anno, 222 milioni di tonnellate di cibo - pari alla produzione alimentare dell’Africa subsahariana – vengano scartate nei Paesi industrializzati.
Tra i luoghi, forse, dove lo spreco di cibo raggiunge le percentuali più alte, vi sono i ristoranti.
Quando andiamo a pranzo o a cena fuori, infatti, spesso, anche attratti dai nomi delle pietanze presenti sui menù, ordiniamo più cibo di quanto, in realtà, vogliamo o possiamo mangiare. La politica di alcuni ristoranti che adottano la formula “all you can eat” a buffet aggrava questo fenomeno: per molti ospiti infatti, l’offerta di pagare tutto quello che possono mangiare si trasforma in “pagare tutto quello che posso mettere nel piatto”, non considerando se poi, in effetti, mangeranno tutte le pietanze prelevate dal buffet.
Al fine di disincentivare queste cattive pratiche che, oltre a riempire i cassonetti dei rifiuti, dimostrano poco rispetto per chi ha lavorato per realizzare quei piatti, alcuni ristoranti hanno iniziato ad applicare delle multe.
Siamo infatti abituati ad andare al ristorante e, a fine pasto, pagare quello che abbiamo mangiato, o almeno quello che abbiamo ordinato. Immaginate invece di trovarvi un locale dove il conto si calcola anche in base al cibo che viene lasciato nei piatti dai commensali. Uno scherzo? Non proprio.
Queste disposizioni, adottate da una serie di ristoratori esteri, man mano stanno prendendo piede anche nel Belpaese dove alcuni esercizi commerciali sanzionano chi lascia le pietanze nel piatto con multe il cui importo varia dai 2 ai 25 euro sulla base della quantità di cibo lasciata.
A Sapporo, in Giappone, in un ristorante ove vengono serviti piatti a base di ikura (uova di salmone a forma di sfere di colore rosso o arancione), il proprietario, già noto per la sua sensibilità verso l’ambiente, ha deciso di servire questa pietanza a patto che i clienti lascino il piatto completamente vuoto in segno di gratitudine verso la bontà del cibo e per mostrare rispetto il lavoro duro e pericoloso dei cacciatori di uova di salmone. In caso contrario? Si paga una penale.
Una misura che ha il sapore di un rimprovero, ma che evidentemente si rende necessaria per evitare gli sprechi di cibo.
Certo, in alcuni casi, forse basterebbe chiedere al ristoratore una doggy bag…