Ogni anno vengono sprecati e persi circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, un terzo della produzione mondiale[i] e l’equivalente di 1 trilione di dollari in valore. E un quarto del cibo sprecato basterebbe per nutrire i 795 milioni di persone che soffrono la fame. Si tratta di un problema che riguarda tutti, sia perché incide sulle spese delle famiglie (sprecare cibo significa sprecare denaro) sia perché ha gravi ripercussioni sull’ambiente: lo spreco di cibo globale determina infatti 3,3 miliardi di immissioni di CO2 nell’ambiente ogni anno. In Italia si spreca il 35% dei prodotti freschi (latticini, carne, pesce), il 19% del pane e il 16% di frutta e verdura[ii]. Lo spreco di cibo nel nostro Paese determina una perdita di 1226 milioni di m3 l’anno di acqua, pari al 2,5% dell’intera portata annua del fiume Po. Per evitare danni al portafoglio e all’ ambiente , la Fondazione Barilla (BCFN) ha realizzato questo il decalogo anti spreco lanciato in occasione della Giornata Mondiale dell’ Ambiente:
“Il cambiamento climatico sia in termini di riscaldamento globale che di scarsità delle precipitazioni in alcune regioni del Pianeta – commenta Riccardo Valentini, professore ordinario all’Università della Tuscia e membro dell’Advisory Board BCFN – contribuirà ad aumentare i prezzi globali dei beni alimentari in una forbice dal 3% all’84% entro il 2050, con serie minacce per la produzione di cibo e la sicurezza. Affrontare con successo il problema dell’accesso al cibo è quindi la grande sfida degli anni a venire”.
[i] FAO 2013a. Food wastage footprint: impacts on natural resources. Retrieved from: http://www.fao.org/docrep/018/i3347e/i3347e.pdf
[ii] Segrè and Falasconi (2011).