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La posidonia spiaggiata diventa compost
In Puglia il progetto europeo Prime ha dimostrato che le alghe sugli arenili possono essere salvate dalla discarica e trasformarsi in risorsa. Con risparmi per i Comuni
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19/06/2015

I bagnanti spesso la associano erroneamente allo stato di abbandono delle spiagge, ma in realtà molto di quello che si pensa sulla posidonia spiaggiata è da rivedere. Compresa l’idea che ormai, una volta arrivata sugli arenili, la sua strada verso la discarica sia segnata. Le potenzialità sono tante: se in Sardegna la pianta marina viene usata per produrre isolanti per l’edilizia e carta, in Puglia grazie al progetto europeo Prime la posidonia è diventata compost per l’agricoltura, buono per concimare e una valida alternativa alla torba come substrato per le coltivazioni in vivaio. Un risultato che, spiega Antonella Lomoro della società di consulenza ambientale Eco-logica, project manager di Prime, ha in qualche modo recuperato le antiche tradizioni del barese, dove da sempre i contadini recuperano i resti vegetali dalle spiagge per concimare, con l’innovazione. "Insieme al Comune di Mola di Bari, all’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari del Cnr, e alle aziende Aseco e Tecoma, abbiamo messo in piedi un sistema integrato di gestione della posidonia, che garantisce la protezione dell’ambiente e punta sulla sensibilizzazione dei cittadini", racconta.

Quando non è necessario rimuoverle, dunque, le piante marine vengono lasciate sugli arenili: "La loro presenza è molto importante: proteggono le spiagge dall’erosione e forniscono nutrienti agli organismi viventi". Nei casi in cui però rappresentano un ostacolo per il turismo o l’attività portuale, intervengono i processi innovativi sperimentati con Prime: "Per poter usare le alghe per produrre compost, è necessario prima pulirle e ridurle in pezzi piccoli. Tecoma ha realizzato un prototipo in grado di lavare le alghe con acqua di mare, separarle dai rifiuti che possono essere presenti e triturarle in loco". Dopo questo passaggio, gli scarti vegetali sono inviati all’impianto di compostaggio gestito da Aseco, dove secondo quanto previsto dalle leggi nazionali, sono uniti ad altre biomasse in quantità pari al 20%. "I ricercatori hanno scoperto che questo compost è di alta qualità e funziona molto bene per la coltivazioni di piante alimentari".

Una buona pratica che oggi rappresenta un esempio da seguire: "Abbiamo fatto un’indagine sui Comuni costieri di Italia, Spagna e Grecia, per capire come gestivano la posidonia. Ci sono alcune esperienze di recupero, o città che stoccano la posidonia spiaggiata in aree vicine agli arenili, dove poi la riportano a fine stagione. Per la maggior parte, però, le alghe vengono smaltite in discarica piene di acqua e sabbia: in questo modo il peso delle masse conferite aumenta e fa anche lievitare i costi". Secondo la ricerca di Eco-logica, i Comuni spendono ogni anno per la pulizia delle spiagge una cifra compresa tra i 30 e i 100 mila euro: soldi che in parte potrebbero essere risparmiati scegliendo il compostaggio, meno costoso rispetto allo smaltimento in discarica.

Prime è stato tra i 17 progetti europei Life a carattere ambientale premiati a Bruxelles durante la Green Week, all’inizio di giugno. La Commissione europea ha apprezzato il sistema di gestione e il modello di economia circolare alla base del progetto, ma anche il manuale di linee guida e il software a disposizione di tutti i Comuni che vogliono trasformare la posidonia da rifiuto a risorsa. "Stiamo lavorando anche con il ministero dell’Ambiente, che ha già stilato sue raccomandazioni per la corretta gestione della posidonia, per diffondere le nostre linee guida. L’Italia è tra i Paesi più colpiti dallo spiaggiamento di queste piante marine", conclude Alessandra Lomoro.

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