In Europa, le auto sono responsabili del 12% circa delle emissioni, anche se il loro impatto ambientale è in diminuzione. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, un’auto nuova venduta nel 2014 emette in media 123,4 grammi di CO2 per chilometro, già sotto il target fissato da Bruxelles per il 2015 di 130 grammi e il 2,6% in meno rispetto al 2013. Per l’organizzazione ambientalista Transport & Environment, attiva per promuovere una mobilità più sostenibile, tra il 2007 e il 2014 il taglio delle emissioni nel settore automobilistico è stato del 22%, passando appunto da 158 a poco più di 123 grammi. Dietro alla buona notizia, però, ce n’è una meno positiva: il risparmio di carburante legato a questo miglioramento delle prestazioni ambientali delle automobili in realtà è, secondo l’Ong, solo la metà di quello che ci si potrebbe aspettare. La riduzione del 22% delle emissioni “dovrebbe essere equivalente a una diminuzione nei consumi di carburante di circa 1,35 litri per 100 chilometri. Nella vita di un’auto – circa 200 mila chilometri – questo vorrebbe dire 2.700 litri di benzina risparmiati, circa 3.600 euro non spesi per ogni macchina”. Cifra che però nella realtà si fermerebbe sotto i 2.000 euro, “a causa della differenza sempre più ampia tra i test e le emissioni effettive”. Tra cioè le procedure per misurare i consumi delle auto, piene di “scappatoie” e meccanismi flessibili, e invece il consumo dell’auto nel suo utilizzo quotidiano.
In questo quadro, si legge nell’ultimo rapporto dell’organizzazione, che mette a confronto i risultati ottenuti dalle diverse case automobilistiche, “è essenziale che il nuovo WLTP test sia introdotto a partire dal 2017 e rappresenti la base per valutare il raggiungimento del target europeo di 95 grammi per chilometro nel 2020/21”. La nuova procedura per misurare le emissioni è in via di elaborazione da parte di esperti europei, giapponesi e indiani e rappresenterà uno standard globale per valutare in modo più preciso il potenziale inquinante dei veicoli.
L’Unione europea dovrebbe prendere una decisione in merito ai criteri da adottare per il nuovo test il prossimo autunno, ma gli stati membri hanno orientamenti diversi. Se infatti i ministri dell’Ambiente e dei Trasporti di Paesi Bassi, Irlanda, Svezia e Finlandia hanno scritto di recente alla Commissione per chiedere target più restrittivi per le auto al 2025, i governi di Italia, Francia e Germania stanno agendo in senso opposto. Secondo quando denunciato da Greg Archer di T&E, infatti, il nostro Paese insieme a francesi e tedeschi sta facendo pressione per indebolire gli standard di misurazione delle emissioni.
Stando alle stime attuali, secondo T&E il target complessivo per il 2012 dovrebbe essere raggiunto, ma con spiccate differenze tra le diverse case automobilistiche. Secondo le ultime stime, “quattro aziende centreranno l’obiettivo in anticipo, e altre tre sono in linea con i target. Sette invece hanno bisogno di accelerare I propri progressi per evitare multe in futuro”.