Gli squali non navigano in buone acque. Ogni anno nel mondo ne vengono uccisi circa 100 milioni (il 6,4%-7,9% di tutte le specie) secondo uno studio della Dalhousie University in Canada. In Europa sono tra le specie maggiormente minacciate insieme a razze e chimere: il 40,4% sono ad altissimo rischio di estinzione ed è la costa ovest della penisola Iberica che conta il maggior numero di specie minacciate. Uno scenario allarmante in cui però arrivano segnali positivi: il progetto Life+della Commissione Europea SHARKLIFE, iniziato nel 2011, è orientato infatti ad implementare azioni urgenti per la conservazione dei pesci cartilaginenei mari italiani, con una particolare attenzione al trigone viola ed allo squalo elefante, il pesce più grande del Mediterraneo, specie particolarmente minacciate dalla pesca accidentale. Il trigone viola, è una specie pelagica che vive a grande distanza dalle coste spesso catturata accidentalmente soprattutto durante la pesca al pescespada. Con il progetto SHARKLIFE si è voluto dimostrare che gli ami circolari caratterizzati da una curva molto chiusa e già utilizzati per limitare il numero di catture accidentali di tartarughe marine, sono utili anche per evitare le catture dei trigoni. Sono stati i fatti realizzare 5 palangari completi di 1.000ami circolari ciascuno e, individuate le marinerie di riferimento a Porto Rosa in Sicilia, Lesina e SanFocain Puglia, e Bagnara Calabra in Calabria, sono state condotte 3 distinte campagne: nell’estate del 2012, 2013 e 2015, che hanno dato esito positivo e hanno dimostrato che la diffusione su larga scala degli ami circolari può ridurre dell’80% la cattura accidentale del trigone viola. L’altro grande obiettivo di SharkLife è stato quello di sviluppare un sistema innovativo per la riduzione delle catture accidentali dello squalo elefante e di altre grandi specie marine protette. Lo squalo elefante o cetorino rappresenta il secondo pesce al mondoper dimensioni dopo lo squalo balena. La sua presenza nel Mediterraneo, oltre che dalle occasionali osservazioni in mare aperto, è purtroppo testimoniata dalle molte catture accidentali fatte con le reti da posta. Per risolvere il grave problema delle catture accidentali, nell’ambito di SharkLife, l’unità di ricerca dell’Università della Calabria (DIMES), ha progettato e messo a punto uno speciale dispositivo in grado di lanciare un segnale d’allerta quando gli squali elefanti, o altre specie marine di grandi dimensioni, finiscono accidentalmente nelle reti da posta. “Abbiamo lavorato, con grande soddisfazione, alla costruzione di un’alleanza storica: quella tra i pescatori e gli squali – osserva Stefano Di Marco Vice Presidente Nazionale di CTS - Siamo certi che stiamo andando verso la giusta direzione e che i veri a beneficiarne saranno proprio gli squali che, all’apice della catena alimentare, giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri dell’ecosistema marino”.