L’efficienza energetica piace alle aziende italiane, perché aiuta a ridurre i consumi e a tagliare la bolletta della luce. Il 64% infatti ha investito negli ultimi tre anni in iniziative di efficienza energetica, ma di fronte a questo numero significativo si scopre che questi investimenti sono stati fatti senza una strategie e una visione d’insieme. È quanto emerge dall'indagine internazionale condotta dall'ente di certificazione DNV GL - Business Assurance, in collaborazione con l'Istituto GFK Eurisko, su 1.557 professionisti di diversi settori in Europa, America e Asia. L'attenzione è molto alta, soprattutto in materia di riduzione dei costi e dei consumi, ma manca ancora un approccio a tutto tondo. Proprio in Italia (forse anche a causa degli alti costi dell’elettricità) il tema è sentito molto più che altrove. L’85% degli intervistati considera che possa avere un impatto "sulla propria vita quotidiana" (77% è la media), l’89% "sul proprio Paese" (81%) e il 92% "sulla società nel suo complesso" (79%). Tuttavia, in linea con quanto avviene nel resto del mondo, anche le aziende italiane stanno impegnando risorse per l'efficienza energetica con un approccio tutt'altro che strutturato. Solo il 43% adotta strategie ad hoc e il 38% si pone obiettivi misurabili. Rispetto ai colleghi degli altri Paesi, inoltre, sono ancora meno gli italiani che affrontano le questioni di efficienza energetica prendendo in considerazione tutti i livelli organizzativi aziendali. Il 31% fissa obiettivi generici, mentre sono esigui i numeri di chi si pone obiettivi a livello di funzione (8%), o di equipaggiamento (2%).Le iniziative intraprese dalle società italiane, in linea con la tendenza globale, sono principalmente finalizzate al contenimento dei costi nel breve periodo e gli investimenti per dotarsi di dispositivi più efficienti (42%) o per ridurre il consumo e i costi dell'energia (40%) sono le attività più comuni. Manca una visione a tutto tondo: solo il 14% redige piani di energy management e nonostante il focus sulla riduzione dei consumi, solo il 9% investe in attività per tracciare il consumo energetico. Non sorprende quindi che solo 1 azienda su 3 sappia quantificare i risparmi ottenuti dalle iniziative La necessità di destinare le risorse ad altre priorità (46%) e implementazione e mantenimento troppo costosi (33%) sono i fattori che frenano le aziende italiane sulla strada dell'efficienza energetica. Tuttavia, il 56% dichiara che manterrà o aumenterà i propri investimenti in efficienza energetica in futuro. Ci si continuerà a focalizzare sulla riduzione dei costi e dei consumi ma con un aumento significativo anche in attività più strategiche: ad esempio la formazione del personale (30%)o la preparazione di piani di gestione dell'energia (27%).