Il sonno e l’estate molto spesso non vanno d’accordo: con la fine delle vacanze è uno degli equilibri da riconquistare. Vuoi per il caldo eccessivo, vuoi per la voglia di fare le ore piccole, senza l’incubo della sveglia del giorno dopo, spesso i mesi estivi sono quelli in cui un ritmo alterato di vita comporta una maggiore irregolarità nel dormire. Quante volte ci si ritrova a svegliarsi alla stessa ora di quando si lavora, anche se la sera prima si è andati a letto tardi? E ora con l’estate ormai agli sgoccioli bisogna riportare l’organismo a quei ritmi regolari che ci devono accompagnare lungo l’inverno.
Le otto ore di sonno che vengono indicate come tempo ideale da dedicare al riposo notturno, non sono una regola per tutti. Come spiega il professor Alessandro Cicolin, responsabile del Centro per i disturbi del Sonno “Città della Salute e della Scienza”, Ospedale Molinette di Torino, quello che conta è la qualità del sonno percepita da ogni individuo. “Anche dormire tanto e sentirsi stanchi potrebbe essere un segnale di patologie nascoste”.
Una delle regole più importanti che sottolinea Cicolin è che il sonno perduto non si recupera. E’ possibile rimediare alla perdita di ore di sonno di una notte, ma quando l’astinenza dal dormire è prolungata, non si riesce nei periodi successivi a riprendere quel riposo perduto.
Il pisolino dopo pranzo può essere un buon rimedio per alcuni, ma non deve essere prolungato, “perché questa abitudine rischia di alterare la pressione del sonno - spiega Cicolin- alterando cioè la predisposizione ad addormentarsi la sera successiva”.
Quindi pennichella approvata se è un piacere e dura poco, “ma se si ricorre al pisolino perché non dormiamo bene la notte bisogna stare in guardia”.
Studi internazionali hanno ormai dimostrato un aumento di malattie cardio celebro vascolari o del diabete o dell’ipertensione nei soggetti che dormono meno delle 6 ore o più delle 9 ore.
Altro aspetto molto importante è la sacralità del luogo del riposo. “La camera da letto dovrebbe essere un sacrario emozionale, non deve avere altre distrazioni. Il cervello deve riconoscere quel luogo come l’inizio di un rallentamento delle attività che porta a un rilassamento pre dormire”.
Un accorgimento importante: l’attività fisica che sicuramente aiuta a conciliare il sonno, non andrebbe mai svolta la sera dopo cena. “Tutte le attività che portano a un aumento dello stato di tensione, e della frequenza cardiaca portano a un’eccitazione che mal si concilia con il rilassamento pre sonno”. Se alla ripresa del lavoro si pensa di dedicare il fine serata all’attività sportiva, attenzione a non farlo proprio a ridosso delle ore da dedicare al sonno, potrebbe essere difficile riuscire a cadere nelle braccia di Morfeo