La tavola degli anziani presenta non pochi ingredienti rischiosi per la salute, tra alimenti scaduti - consumati da uno su tre - e pietanze scongelate male, lasciate scaldare fino a temperatura ambiente, così aumentando in modo esponenziale – specie con il gran caldo – il rischio di intossicazioni alimentari, cui le persone in là con gli anni sono più vulnerabili rispetto alla popolazione generale.
Scarseggiano anche equilibrio e sicurezza degli alimenti e sono gli stessi anziani a fare autocritica: circa uno su tre ritiene di non nutrirsi in maniera equilibrata, in particolare a causa di un consumo eccessivo di zuccheri e di grassi o comunque ritiene di mangiare troppo. In aggiunta, sempre uno su tre (il 33,8%) riferisce di mangiare cibo scaduto, anche più di una volta al mese.
Sono solo alcuni dei risultati dell’analisi condotta dai ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, coordinata da Patrizia Laurenti, Professore Associato presso l’Istituto di Sanità Pubblica - Sezione Igiene (insieme con la Dr.ssa Chiara de Waure e i Medici specializzandi Dr. Matteo Raponi e Dr.ssa Concetta de Meo) e dal professor Francesco Landi, del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia.
Dall’indagine è emerso che il 90% circa degli intervistati assume ogni giorno frutta e verdura e che il 18% consuma pesce raramente. Il 40% degli intervistati riferisce che sta cercando di perdere peso e l’85% afferma di essere disposto a restrizioni alimentari per la propria salute.
Il 30% dichiara di ricevere informazioni sulla corretta alimentazione dalla televisione, da giornali e da internet, il 35% da medici specialisti cui si sono rivolti per motivi di salute; solo il 15% dal medico di famiglia.
Il 33,8% degli anziani riferisce di mangiare cibo scaduto, principalmente latte e latticini, ma anche alimenti non deperibili (per es. biscotti) anche più di una volta al mese.
Il 76% fa la spesa personalmente soprattutto nei supermercati e negli ipermercati anche se il 40% dell’intero campione non prende visione dell’etichetta per valutare la composizione nutrizionale del prodotto.
Tra i diversi possibili fattori di garanzia di sicurezza del prodotto, il 76% dà maggior importanza alla provenienza. Per l’80% circa la garanzia di sicurezza deriva anche dalla preparazione personale dei cibi. Oltre il 70% riconosce la responsabilità del consumatore e quasi l’80% quello delle autorità preposte ai controlli nella garanzia di sicurezza.