Alla fine dell’anno, gli occhi del mondo saranno tutti puntati su Parigi, che dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi ospiterà la 21° Conferenza della parti sul clima. Se il risultato del summit è almeno in parte ancora difficile da prevedere, certo è che la capitale francese potrà rappresentare un modello per i governanti in arrivo nella città per partecipare alla COP.
Parigi, infatti, è attiva nella lotta ai cambiamenti climatici da anni: ha un Piano per il clima dal 2007, ha avviato nello stesso anno Velib’, diventato uno dei più grandi sistemi di bike sharing del mondo, e lanciato quattro anni dopo Autolib’, il più grande car sharing elettrico del pianeta, dal 2012 alimentato a energia rinnovabile. Azioni a cui si aggiungono la costruzione di un grande ecoquartiere con 3.400 appartamenti nel Nord-ovest della città su un’area prima destinata alla logistica ferroviaria, un piano per combattere l’inquinamento atmosferico appena varato e un nuovo programma di investimento nella mobilità ciclistica.
Sin dal 2007, la città si è data tre obiettivi da raggiungere entro il 2020: ridurre le emissioni di gas serra del 25%, tagliare i consumi energetici di un altro 25% e soddisfare con rinnovabili e recupero il 25% del fabbisogno totale di energia. “I problemi da risolvere riguardano soprattutto gli edifici: è necessario riqualificarli per ridurne i consumi, ma questo deve andare di pari passo con la tutela architettonica”, spiega Célia Blauel, vice sindaco della città con delega all’Ambiente. I progressi sono stati fatti soprattutto sul fronte degli edifici pubblici: negli ultimi due anni, spiega un report del Comune, 70 mila metri quadrati di strutture pubbliche sono state ristrutturate e 100 scuole sono state riqualificate dal punto di vista energetico. Dal 2007 ad oggi, 25 mila case popolari sono state rinnovate.
In questa evoluzione urbanistica in chiave green rientra anche la costruzione del nuovo ecoquartier di Clichy-Batignolles: un distretto che si sviluppa intorno al parco di 10 ettari intitolato a Martin Luther King (in parte già aperto), con 3.400 appartamenti di cui il 50% case popolari e il 20% in affitto a canone controllato. “L’obiettivo è avere un quartiere ad emissioni quasi zero. Per questo, l’85% del calore sarà di origine geotermica, e il 50% del fabbisogno elettrico sarà coperto dai pannelli solari installati sui tetti degli edifici. Si recupererà il 50% in più di acqua piovana rispetto ad altre zone di Parigi e la raccolta differenziata dei rifiuti avverrà attraverso un sistema sotterraneo ad aria compressa che consentirà un risparmio delle emissioni del 42%”, spiega il responsabile Sostenibilità del progetto.
L’altro settore su cui si concentrano gli sforzi della città è quello della mobilità: nell’area metropolitana parigina vivono 12 milioni di persone e il modo in cui i cittadini si spostano è cruciale per il contenimento delle emissioni. Il nuovo piano “Atmosph’Air” per il miglioramento della qualità dell’aria lanciato a febbraio poggia su questa idea, focalizzandosi su due pilastri: “Incentivi per aziende e singoli cittadini, disponibili già da quest’anno, per aiutarli ad acquistare veicoli puliti, e aumentare l’utilizzo di mezzi pubblici e non motorizzati”, insieme a “restrizioni del traffico per i veicoli più inquinanti, da implementare gradualmente, a partire dall’estate 2015 per i veicoli pesanti destinati al trasporto merci, e poi dall’estate 2016 per i mezzi privati”. In questo quadro, Velib’ e Autolib’ assumeranno sempre maggiore importanza. Parigi punta a investire nel servizio di bikesharing 150 milioni di euro da qui al 2020, portando gli spostamenti sulle due ruote dal 5% di oggi al 15% del totale. Per il car sharing elettrico, già disponibile in altre 65 municipi intorno alla capitale, l’obiettivo è raggiungere i 100 mila utenti stabili entro la fine dell’anno.