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Test poco realistici e regole aggirabili con facilità: tutte le falle dietro il dieselgate
Secondo la campagna T&E, in media la differenza tra i consumi reali e quelli dichiarati dalle case automobilistiche oggi è del 40%
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02/10/2015

Da una parte, test deboli e molto lontani dalle reali condizioni di guida dei veicoli. Dall’altra, frequenti elusioni delle regole da parte delle case automobilistiche, che nelle prove su consumi e emissioni provano in tutti i modi a ottenere prestazioni migliori dei veicoli rispetto a quelle effettive. “Lo scandalo Volkswagen è solo la punta dell’iceberg”, dice Greg Archer della campagna europea Transport&Environment, che da anni denuncia le irregolarità in questo ambito.

Secondo l’ultimo report di T&E, “la differenza tra i risultati dei test ufficiali sulle emissioni di Co2 e il consumo di carburante e le performance reali è aumentata fino a una media del 40% nel 2014 rispetto all’8% nel 2001”. In pratica, “sfruttando le scappatoie della procedura di test, le auto convenzionali quando sono in strada rilasciano emissioni di Co2 superiori fino al 40-50% rispetto ai valori misurati in laboratorio”.

La campagna denuncia una serie di pratiche scorrette adottate dai marchi automobilistici in fase di test, che comprendono per esempio la disconnessione dell’alternatore o l’uso di speciali lubrificanti nel motore. Ma a pesare sul gap sono anche le modalità con cui si svolge l’attuale procedura, denominata NEDC (New European Driving Cycle) e adottata in 50 Paesi: l’auto viene posta su dei rulli e i consumi vengono misurati simulando per 13 minuti un percorso urbano, per 6 minuti un tratto extraurbano, mentre per 10 secondi si raggiunge una velocità di 120 km orari.

Di una riforma di questi test si parla da tempo, e la Commissione europea ha capito che un aggiornamento delle regole non è più rimandabile. Pochi giorni fa, la commissaria Elżbieta Bieńkowska, responsabile per il Mercato interno, ha annunciato che all’inizio del 2016 sarà introdotta la nuova procedura di prova delle emissioni reali di guida (RDE), completando l'attuale test di laboratorio con prove su strade reali e accelerazioni e decelerazioni casuali. “Contiamo sul fatto che gli Stati membri si accordino rapidamente sulle misure definitive necessarie affinché la misurazione delle emissioni di inquinanti atmosferici utilizzate per omologare i veicoli riflettano emissioni in condizioni reali di guida e non possano essere falsate da applicazioni fraudolente”, spiegano da Bruxelles.

Intanto, dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo è arrivata una proposta di modifica delle regole di test in cui sono previsti dei limiti alle emissioni di ossidi di azoto e si prevede l’applicazione di un test che rispecchi le reali condizioni di guida entro il 2017. Non solo, i membri del Parlamento, nel loro emendamento, prevedono anche di puntare di più sulle tecniche di eco-driving per la riduzione delle emissioni. In questa direzione, nel testo approvato si raccomanda “l’introduzione obbligatoria sulle auto di dispositivi per misurare il consumo di carburante e indicatori del cambio di marcia, che diano informazioni agli autisti su come guidare in maniera efficiente”.

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