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Con questo sistema si rivoluziona la coltivazione del riso. Il test a Lodi
Drastica riduzione dei consumi d'acqua e del conseguente uso di fertilizzanti, a fronte di un aumento della resa. La soluzione arriva dal Parco Tecnologico di Lodi.
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20/10/2015

Presentata al Parco Tecnologico Padano di Lodi una tecnica capace di rivoluzionare la coltura del riso, in Italia e nel resto del mondo. Si tratta dell'irrigazione a goccia, utilizzata fin dagli anni '70 e oggi ripensata per la coltivazione del cereale. La tecnologia, testata con successo nelle campagne lombarde, permette un risparmio idrico del 45-50 per cento rispetto alla sommersione tradizionale, fino al 30 per cento di fertilizzanti normalmente utilizzati a fronte di un incremento delle rese del 20-40 per cento.

Il riso è oggi una delle principali colture nel mondo: ogni giorno più di 3 miliardi di persone si alimentano con questo cereale, e spesso è l'unico pasto della giornata. Ma per coltivare il riso in sommersione si utilizzano enormi quantità d'acqua, tanto che nei Paesi produttori – Italia compresa – i consumi arrivano anche al 75 per cento di tutta l'acqua utilizzata in agricoltura. Molto alte anche le quantità di emissioni di metano e anidride carbonica, che si attestano sul 20 per cento del totale delle emissioni agricole.

Oggi la più importante sfida per la filiera riso è aumentare la ‘water productivity’, cioè la quantità di riso prodotta per unità di acqua utilizzata. Qui si concentrano molte attività di ricerca e sviluppo a livello mondiale”, ha dichiarato Bas Bouman, direttore della Global rice science partnership coordinata dall’International rice research institute, durante la presentazione dei risultati.

Per questo a Lodi è stata allestita una parcella di riso di 1.000 metri quadrati, denominata Demo field, irrigata a goccia e per un terzo costituita da un pendio artificiale per mostrare le potenzialità dell’irrigazione su riso in aree marginali.


“L’esperienza del Demo Field – ha sottolineato Eli Vered, Agricultural R&D energy & field crop manager di Netafim, azienda che ha fornito la tecnologia – dimostra che abbiamo una possibile soluzione per l’agricoltura del futuro su piccola scala: coltivare in tutti i tipi di terreno e di topografia e irrigare usando sistemi di pompaggio alimentati da energia rinnovabile”.


È possibile così limitare l'uso della tecnica della sommersione riducendo l'utilizzo delle risorse: “Il futuro del riso è a goccia, per le molteplici implicazioni positive di tipo agronomico, produttivo ed economico implicite in questa rodata e al contempo innovativa tecnica irrigua”, ha sottolineato Alberto Puggioni, responsabile agromarketing di Netafim Italia. “In particolare, sono davvero notevoli le implicazioni ambientali connesse alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra: si potrà coltivare riso fuori dal sistema risaia, inserirlo in rotazioni colturali da reddito, produrlo su suoli marginali o addirittura in pendenza”.

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