Guerra al glutine: è questa una delle ultime tendenze in campo alimentare e in tanti, un po’ per non conoscenza , un po’ perché male consigliati bandiscono questa proteina del grano dalla propria dieta, credendo di essere intolleranti. Molti iniziano diete fai-da-te senza neppure sottoporsi ad esami diagnostici. I dati scientifici però rivelano che la sensibilità al glutine non arriva a colpire neppure l’1% della popolazione.
Per di più la sensibilità al glutine (ben distinta dalla intolleranza – celiachia – o dalla allergia a tale proteina) è un disturbo che ancora non ha passato il vaglio del mondo scientifico e che potrebbe essere in realtà un problema sovrastimato.
Gli esperti quindi mettono in guardia. Mettersi a dieta senza aver fatto le giuste analisi impedisce dopo una diagnosi corretta. Inoltre la dieta senza glutine praticata per molto tempo, può comportare riduzione in proteine, fibre, folati, niacina, vitamina B12, riboflavina (perché l’assunzione di grano e derivati è un ottimo apporto di questi nutrienti) ed eccesso di acidi grassi saturi.
A spiegarlo è il professor Italo De Vitis, Presidente Comitato Scientifico AIC Lazio e specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva presso l’UOC di Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico A. Gemelli.
Le patologie "certe" - e quindi comprovabili con test clinici sicuri - correlate al glutine, o meglio al grano, sono: la celiachia, detta intolleranza al glutine, ma che in realtà per le sue caratteristiche biologiche ha un comportamento da malattia autoimmune; e l’allergia al grano, documentabile dall'allergologo con opportuni test, che causa una reale reazione allergica a proteine del grano diverse dal glutine e, come tale, trattabile con dieta da esclusione e talora con farmaci.
Il dato più preoccupante è l'enorme confusione e spesso le false informazioni che circolano a proposito delle patologie glutine-dipendenti che ancora vengono diagnosticate con metodiche non convenzionali nonostante la celiachia sia tutelata da una legge, la L.123 del 2005, e nonostante le numerose evidenze scientifiche a proposito. L'invito sempre più pressante che anche il Ministero della Salute ha fatto proprio, ha spiegato il professor De Vitis, “è di non iniziare la dieta senza glutine senza aver fatto tutti i passaggi necessari a chiarire la diagnosi di patologia glutine correlata”. Occorre evitare che il ricorso al senza glutine sia fatto solo per tendenza, come negli USA dove la gluten free diet è divenuta status symbol, quintuplicando il fatturato delle aziende del settore”, ha concluso De Vitis.