Il rapporto tra cibo e mente è da anni oggetto di studio e la ricerca ha dimostrato l’influenza di una sana alimentazione sul benessere psico-fisico degli individui e sulla loro qualità di vita. Di pari passo avanzano falsi miti e credenze che popolano diete e scelte alimentari spesso prive di alcun fondamento, ma anzi addirittura rischiose per chi le segue.
Se ne è parlato nel convegno “Mindeat: alimentazione e salute mentale tra miti e pregiudizi” promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù a Expo Milano 2015.
Tra le “teorie” in circolazione, ora anche via web, si sostiene che il latte sia implicato nell’insorgenza dell’autismo, che il cibo scateni varie forme di malattie mentali, dalla depressione al disturbo bipolare, o che vitamine e frutta siano la panacea naturale ai mali della mente sono le teorie attualmente più diffuse sul web, ma nessuna di queste ha un fondamento scientifico. Ad oggi, infatti, nessuno studio scientifico prova l’esistenza di un rapporto di causalità diretta tra assunzione di cibo e sviluppo di malattie mentali. spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
In maniera semplicistica hanno preso piede alcune convinzioni che cibi come pesce, cioccolata, mirtilli, noci o caffè (solo per citarne alcuni) abbiano effetti benefici sulla salute e sull’efficienza mentale. Da questa convinzione, che trae la sua origine da studi validati, nel corso del tempo (e delle mode), sono scaturiti regimi dietetici (“la dieta del mare”, “la dieta del mirtillo”, “la dieta del cioccolato” quelle più conosciute) basati sulle proprietà salutari dell’alimento protagonista.
E’ scientificamente provato che le sostanze contenute in alcuni cibi innescano reazioni biochimiche in grado di influire positivamente sul tono dell’umore (la cioccolata stimola la produzione di serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore), sul livello di attenzione (la caffeina aumenta i livelli di adrenalina con accelerazione del battito cardiaco) o sulla memoria (I flavonoidi contenuti in alta percentuale nei mirtilli favoriscono il processo di "pulizia" del cervello dalle tossine responsabili della perdita di memoria). Per altre sostanze, come gli acidi grassi Omega 3 e 6 contenuti principalmente nel pesce, ma anche nelle noci, è stato dimostrato il valore terapeutico nel trattamento di patologie psichiatriche come i disturbi dell’umore, d’ansia o le psicosi, anche in età pediatrica.
«Queste generalizzazioni hanno un fondamento scientifico, ma attenzione perché le scelte alimentari non devono essere assolutizzate. Non si può decidere di nutrirsi, ad esempio, prevalentemente di mirtilli o di cioccolata o di solo pesce perché fanno bene al cervello» conclude Vicari. «Il vantaggio per il fisico e per la psiche di ciascuno si ottiene solo se una dieta varia e ben bilanciata si inserisce in un corretto stile di vita generale, che contempli anche una moderata attività fisica e non sia deviato da modelli culturali o dalla ricerca esasperata di perfezione estetica».