L’acne: un vero incubo per i giovanissmi. Un disturbo legato all’età che non richiede l’intervento del medico per il 90% dei genitori. E’ quanto emerge da un’indagine elaborata dalla survey “Acne e Giovani” che fotografa il modo di rapportarsi all’acne di genitori e figli in Italia.
Solo l'8% dei genitori porta il figlio con l'acne dal dermatologo, mentre quasi il 20% preferisce rivolgersi all’estetica per la pulizia del viso o far assumere alle ragazze la pillola contraccettiva. Il 13% sceglie i metodi della nonna, come gli impacchi al limone, mentre il 12% pensa che il problema si risolve da solo.
Sono stati quasi 2.400 i questionari di coppia con una parte delle domande destinate alle mamme e altre ai figli su quest’argomento. Per gli esperti il quadro che ne emerge è che l’acne viene molto sottovalutata.
La terapia è troppo spesso affidata a persone non specializzate o al suggerimento di amici e, di conseguenza, le cure adottate non solo non sono efficaci. E non vanno sottovalutate le conseguenze psicologiche dei ragazzi nella quotidiana vita di relazione, in gruppo o con l'altro sesso. In una domanda a risposta multipla il 78% ha indicato lo smog e l'inquinamento come primaria causa dell'acne, seguito dalla cattiva alimentazione (66%), a pari merito con gli accumuli di grasso sotto la pelle (66%). C'è poi chi sostiene che l'acne sia causata da un virus (18%).
L'informazione su cosa è l'acne e come porvi rimedio è condivisa dagli adolescenti tra amici (32%) o cercata su internet (37%), soprattutto su Yahoo Answer. Di coloro che si stanno curando (il 65% del campione), solo il 20% segue una cura prescritta da un dermatologo, mentre ben il 29% segue una cura data dall'estetista o dal farmacista.
Quasi un quarto delle mamme intervistate ritiene che sia una patologia che sparisce col tempo e che si debba intervenire solo quando la situazione è molto grave (43%), o quando tutto ciò che è stato tentato non ha dato risultati (26%). Quanto alle risposte dei ragazzi, oltre il 60% ha in classe da 1 a 5 compagni con l'acne, la maggior parte di loro ritiene che essa influisca negativamente sulla propria immagine (49%) e sulla vita sociale (61%) o che crei maggiori difficoltà ad essere accettati dall’altro sesso (97%).