Il punteggio, in questo caso, è addirittura negativo: - 6. Nel dossier pubblicato in questi giorni dalla Commissione europea sullo stato dei trasporti negli stati membri, l’Italia si posiziona in fondo alla classifica, prima solo di Grecia, Polonia e Romania. I Paesi più virtuosi sono Paesi Bassi, Svezia, Finlandia e Gran Bretagna, con valori compresi tra 16 e 11 punti. Questi numeri sono il risultato di una valutazione che mette insieme molti aspetti diversi, dall’utilizzo di fonti rinnovabili per alimentare i veicoli alle ore passate in auto dai cittadini bloccati nel traffico, dalla presenza di lavoratrici impiegate nel settore dei trasporti alla soddisfazione degli utenti per i mezzi pubblici urbani.
Che cosa c’è, dunque, dietro il voto pessimo che l’Europa ha dato al nostro Paese? Da una parte, un numero relativamente alto di procedure di infrazione aperte sulle politiche di mobilità, insieme a indicatori della qualità dei nostri trasporti che ci collocano nella seconda parte della classifica. L’Italia non si distingue positivamente neanche per le ore trascorse ogni anno nel traffico dagli automobilisti (38,6 ore, contro la media europea di 31 e la virtuosa Danimarca che non supera le 21,4 ore). E proprio il traffico veicolare, insieme a disservizi e ritardi, è sicuramente una delle cause della scarsa soddisfazione dei cittadini per i sistemi di trasporto pubblico urbano. L’Italia è all’ultimo posto in Europa, 6,5 punti sotto la media europea e a 13 punti di distanza dall’efficiente Austria. Non solo: il tasso di soddisfazione è anche diminuito negli ultimi anni, passando da 70,7 nel 2012 a 69 nel 2013. Il nostro Paese è in fondo alla classifica anche per quanto riguarda la soddisfazione per i trasporti ferroviari, anche se in questo caso il livello di gradimento è in crescita (da 59 a 65,7 dal 2012 al 2013).
Se il numero di incidenti ferroviari ci mette sullo stesso livello dei Paesi europei più avanzati (0,2 per milione di km di binari nel periodo 2009-13), quello degli incidenti stradali (56 per milione di abitanti) ci riporta dietro la media Ue (51).
Dal report comunitario emergono anche alcuni aspetti positivi: l’Italia è ai primi posti in Europa per la percentuale delle sue linee ferroviarie elettrificate rispetto al totale ed è in cima alla classifica per la quota di veicoli alimentati a combustibili alternativi meno inquinanti (fondamentalmente Gpl e gas naturale) sul totale delle auto immatricolate.
L’obiettivo di Bruxelles è agganciare anche la politica dei trasporti al processo che dovrebbe portare alla realizzazione dell’Unione dell’energia, nell’ottica di una strategia sul clima efficace. Secondo la commissaria ai Trasporti Violeta Bulc, “sono stati compiuti notevoli progressi rispetto allo scorso anno, ad esempio per quanto riguarda la qualità delle infrastrutture e l'apertura dei mercati del trasporto ferroviario di merci”, mentre dal dossier “emergono anche gli interventi ancora necessari per creare posti di lavoro nel settore dei trasporti o per migliorare la sua sostenibilità”. Ossia: elettrificazione della mobilità, fonti rinnovabili e combustibili alternativi, logistica delle merci su rotaia, più trasporto pubblico.