La rotta marittima settentrionale, il passaggio a nord-est che collega lungo il Polo Nord il Pacifico settentrionale con l’Europa, attraverso il Mare Glaciale Artico, sta diventando una rotta commerciale sempre più “affollata” a causa del riscaldamento globale che accelera lo scioglimento dei ghiacci. Si tratta di una rotta che riduce, ad esempio, la distanza tra nord Europa e Giappone del 40% e riduce di conseguenza i costi del trasporto delle merci con un taglio drastico dei tempi e del consumo di carburante. Un calcolo da fare questo, visto che quasi il 90% del trasporto merci europee che vanno verso altri continenti viaggia via mare e produce una grande quantità di CO2 dannosa per il clima. Ma uno studio norvegese, recentemente pubblicato, “Economic savings linked to future Arctic shipping trade are at odds with climate change mitigation”, dimostra esattamente il contrario: utilizzare la più breve rotta artica anche se riduce il tempo di viaggio non fa bene al clima. Lo studio ha preso in considerazione le emissioni, i costi e gli impatti sul clima dell’utilizzo della rotta settentrionale, rispetto al più tradizionale percorso attraverso il Canale di Suez, per tonnellata di merci trasportate. I ricercatori non hanno valutato soltanto le emissioni di CO2, ma anche gli altri inquinanti emessi dai motori delle navi mercantili come monossido di carbonio, ossidi di zolfo, ossidi di azoto, nerofumo, misurando il loro impatto sul clima attraverso il loro potenziale di riscaldamento globale (GWP). Si tratta di un metodo comune di misurazione per valutare il contributo ai cambiamenti climatici di inquinanti diversi dalla CO2, utilizzato anche dall’IPCC. Sono stati anche presi in considerazione tre diversi tipi di combustibile: olio combustibile leggero (tenore di zolfo dello 0,5%); gasolio marino (tenore di zolfo fino a 0,1%); e gas naturale liquefatto (tenore di zolfo <0,01%). I fattori di emissione sono stati determinati per ciascuno dei combustibili in grammi per kilowattora e si è tenuto conto del fatto che gli impatti delle emissioni sui cambiamenti climatici sono fortemente legati alle differenze regionali in atmosfera, al ghiaccio marino e alle radiazioni solari. In questo quadro, l 'Artico è più sensibile alle emissioni e particolarmente soggetto agli impatti dei cambiamenti climatici. Le conclusioni cui arriva lo studio dicono che sebbene la rotta artica sia più economica per tonnellata di merce trasportata, più breve e totalizzi emissioni di CO2 più contenute, quando si va a valutare il contributo al riscaldamento globale di tutte le emissioni prodotte da un cargo (GWP), si realizza invece che la rotta più lunga attraverso Suez ha un minore impatto sul clima. Una cattiva notizia per il commercio mondiale, visto che anno dopo anno sta aumentando il numero dei mercantili che in estate e in autunno scelgono questa strada: erano solo 4 nel 2011 sono diventati 71 nel 2013.