A guardare la carta dell’Europa l’arancio e il rosso, i colori che indicano le aree ad alto rischio erosione (da 10 a più di 50 tonnellate di terreno perso per ettaro l’anno), si concentra tutto al sud: nel Mediterraneo, sulle Alpi in Slovenia, nel sud della Francia, nell’Austria occidentale fino all’isola greca di Creta. L’Italia poi è costellata di zone ad alta erosione dalla costa adriatica al sud della Calabria fino alla Sicilia. Complessivamente in Europa l’erosione causa una vera e propria “emorragia” di terreno, circa 970 mega-tonnellate l’anno, che stanno cambiando il paesaggio europeo e ferendo l’ambiente. L’erosione del suolo costituisce uno dei problemi ambientali europei più importanti a causa di tutte le conseguenze che produce sugli ecosistemi naturali: sulla qualità delle acque, l’offerta di servizi eco-sistemici, la produzione agricola, la biodiversità, il clima. La mappa dell’Europa a rischio erosione è stata elaborata da un team di studiosi, tra cui l’italiano Pasquale Borrelli del centro europeo di ricerca di Ispra, e pubblicata sulla newsletter europea Science for Environment Policy. Quando il tasso di perdita di terreno è superiore al suo tasso di formazione, avviene un degrado così insostenibile tanto che la Commissione europea è stata spinta ad adottare una strategia tematica per la protezione del suolo e prendere una serie di iniziative come la politica agricola comune ed il settimo programma d’azione ambientale. La mappa dei rischio erosione, elaborata nello studio, è anche completata da analisi spaziali che mostrano quali tipi di terreni corrano i maggiori rischi. Secondo la ricerca, i terreni coltivati sono soggetti all’erosione in maniera praticamente simile ai terreni con arbusti, mentre i pascoli hanno tassi significativamente più bassi. Nelle foreste poi non si registra quasi nessun tipo di erosione, mentre i terreni con scarsa vegetazione sono quelli maggiormente soggetti all’erosione. La mappa mette in evidenza anche le aree che richiedono particolare attenzione nella gestione. Gli autori sottolineano che sono necessarie misure di protezione speciale nel 5,2 % delle aree che soffrono di perdita di suolo grave (oltre 10 t / h / anno), che contribuiscono al 52 % della perdita di suolo totale in Europa, e per questi terreni raccomandano misure quali il rimboschimento o la ripiantumazione delle aree con scarsa vegetazione. Altri 14 milioni di ettari (12,7%) di terre arabili attualmente hanno tassi di perdita del suolo superiori a 5 t / ha / anno, con la conseguente perdita ogni anno di uno strato di terreno di almeno 0,4 millimetri e necessitano quindi di pratiche di gestione sostenibile. Ma la ricerca offre anche una visione in positivo, le misure di intervento realizzate grazie alla politica agricola comune hanno, infatti, ridotto il tasso di perdita di suolo nell'Unione europea del 9,5% complessivamente e del 20% per le superfici arabili. Le pratiche di gestione del territorio con il minore impatto sono la messa a riposo dei terreni o la loro ridotta lavorazione, attualmente applicate nel 25% dei terreni agricoli dell’Ue.