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Depurazione delle acque. L'Italia ancora indietro rischia multe salate
Secondo le stime di Palazzo Chigi il 20 per cento dei cittadini italiani scarica le fognature in mare. Una situazione che potrebbe costarci 500 milioni di euro.
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08/02/2016

La depurazione delle acque reflue nel nostro Paese è in grave ritardo. È infatti scaduto il termine entro il quale l'Italia avrebbe dovuto mettersi in pari con la normativa europea relativa al trattamento delle acque e dei sistemi fognari e depuratavi.

Lo fa sapere Palazzo Chigi, con le parole di Mauro Grassi, responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ad oggi a non essere ancora a norma è il 15 per cento del territorio nel Nord Italia, dato che sale al 20 per cento al Centro e che supera il 30 per cento al Sud.

“Da oggi siamo sottoposti a infrazione”, ha spiegato Grassi. “Rischiamo fino a 500 milioni di euro di sanzioni se la situazione non sarà a norma”. Ad oggi sono state riconosciute 111 infrazioni e, come sottolineato da Grassi: “Se i Comuni non si metteranno in regola saranno commissariati”.

Per risolvere l'impasse il Governo è intervenuto con lo Sblocca Italia, svincolando 3 miliardi e 200 milioni di euro e mettendoli a disposizione per effettuare gli investimenti necessari. “Di questi solo una piccola parte è stata utilizzata”, continua il responsabile di Palazzo Chigi. Ad oggi “sono stati nominati commissari governativi per la realizzazione di fognature e impianti per la depurazione nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sicilia”.

Serve un Piano Idrico Nazionale, un piano straordinario per la qualità delle infrastrutture e dei servizi pubblici che metta a sistema tutti gli attori e le risorse disponibili”, ha dichiarato Giovanni Valotti, presidente Utilitalia, federazione che riunisce i vari gestori idrici d'Italia. “Il nostro Paese continua a registrare un ritardo drammatico su infrastrutture e servizi, in alcune aree territoriali la situazione è insostenibile. Le sanzioni europee registrano impietosamente questa situazione distogliendo ulteriori risorse finanziare che andrebbero invece dedicate agli investimenti nel settore, a beneficio di tutti i cittadini”.

Un percorso ancora lungo, che tra criticità e gestioni d'eccellenza, dovrà essere portato a termine nel più breve tempo possibile, in particolare per preservare e gestire al meglio una risorsa fondamentale come l'acqua.

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