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Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu: “Dobbiamo fermare il consumo di suolo e la perdita di biodiversità”
La Lipu non solo protegge e recupera la fauna in difficoltà, ma è presente sul territorio per promuovere una cultura di protezione e conservazione della biodiversità in Italia.
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17/02/2016

Insieme ad altre associazioni state promuovendo una legge che fermi il consumo di suolo in Italia?
Sì, abbiamo presentato l'11 febbraio un documento per illustrare la posizione della Lipu, insieme con Wwf, Fai, Touring Club e Slow Food, per arrivare ad una legge che fermi il consumo di suolo in Italia e che punti sulla riqualificazione dell'esistente. Abbiamo migliaia di edifici vuoti da riqualificare, non serve cementificare ancora. Dobbiamo togliere l'opportunità alle amministrazioni di dare in pasto nuovo terreno alle speculazioni edilizie solo per fare cassa. Oggi il consumo di suolo agricolo si aggira intorno ai 6/7 metri al secondo.

Tanto più che il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza la Mid term review della Strategia sulla biodiversità al 2020...
Difendendo di fatto la protezione della biodiversità in Europa e così in Italia. Biodiversità che oggi è in profonda crisi. La Lipu ha appoggiato fortemente questa scelta, tanto da essere riuscita a raccogliere 60 mila firme e aggiungerle al mezzo milione in tutta Europa. Proteggere la biodiversità e le aree protette significa anche bloccare il consumo di suolo e contribuire così alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Una profonda riconversione dell'edilizia porterebbe ad una riduzione delle emissioni di CO2 e ci aiuterebbe a stare entro i 2 gradi.

Cambiamenti già in atto oggi, del resto.
Esatto. Sta accadendo ora. A causa delle temperature più elevate stanno cambiando le rotte e i periodi di migrazione di molti uccelli. Nelle nostre amate Alpi la mancanza di neve sta portando specie come la pernice a cercare l'habitat sempre più in alto, alla ricerca di ghiaccio che non c'è più.

Ultimamente il tema caccia è di forte attualità. C'è aumento nei numeri?
In verità il numero dei cacciatori diminuisce ogni anno. Quello che aumenta sono le attività di bracconaggio e l'aggressività, spesso verso piccoli uccelli come le allodole o verso le anatre. Quest'ultime, tra l'altro, sono specie in forte pericolo d'estinzione.

C'è una vera emergenza cinghiali?
Si parla molto di caccia agli ungulati, in particolare del cinghiale. Molti sindaci la fanno passare come una priorità, addirittura un pericolo. Ma chi è che ha introdotto i cinghiali negli anni '70 per l'attività venatoria? È stato l'uomo. Ora la specie si è ibridata e ha preso il sopravvento. Ogni madre partorisce 12 cuccioli. Si parla molto del pericolo del lupo. Ma anche il lupo deve avere lo spazio per vivere. Si deve aver il coraggio di affrontare questi eventi ricorrendo anche ad altri espedienti che la ricerca e la scienza mettono a disposizione ed è provato funzionino.


Veniamo alle notizie positive. Ce ne sono?
Ce ne sono, certamente. Una su tutte è il ritorno di gran carriera delle cicogne, grazie a veri e propri progetti di ripopolamento e protezione. Son tornate a nidificare in Calabria, con numerosi siti di nidificazione. Così come i fenicotteri, animali elegantissimi. Abbiamo potuto osservare un evento unico, ovvero la schiusa di decine di uova e la nascita dei piccoli.

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