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Vetro promosso in circular economy, ma ancora troppo finisce in discarica
Con un tasso di riciclo al 70,3% vicino al nuovo target europeo del 75% al 2025, ma il sud arranca, ancora 150.000 le tonnellate di scarti dalle raccolte differenziate, la campana il sistema più efficiente
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18/02/2016

L’industria degli imballaggi di vetro è uno dei migliori esempi di un’economia circolare ben funzionante, ma nonostante i numeri di tutto rispetto ancora troppo vetro finisce in discarica. Si tratta di circa 513.000 tonnellate che sfuggono alla raccolta differenziata e, cosa ancor più preoccupante, di ben 150.000 tonnellate di scarti di vetro proveniente dalla raccolta differenziata, l’8,5% di tutto il vetro raccolto dalla campane e dai cassonetti dedicati. Questo quanto emerge dal  Rapporto “Il riciclo del vetro e i nuovi obiettivi europei per la circular economy”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per conto di Assovetro, che offre una panoramica sul presente e sul futuro di questo settore portante dell’ economia italiana che conta 20.200 occupati, produce 1,4 miliardi di PIL e con il 70% degli investimenti green, una filiera di “eccellenza”, ha osservato il Ministro dell’ ambiente Gian Luca Galletti “sia dal punto di vista ambientale che economico e occupazionale”. Guardando i numeri contenuti nel rapporto ci si rende conto che tra la raccolta differenziata, che si è attestata al 77%, e il tasso di riciclo al 70,3% c’è una differenza di circa il 7% di vetro che non prende la strada dell’economia circolare. Questo scarto è dovuto a due fenomeni il peggioramento della qualità media della raccolta differenziata e la spinta selezione negli stabilimenti di trattamento di ceramica e cristallo. Per migliorare il ciclo, dice il Rapporto, queste le direttrici: evitare, attraverso l’informazione ai cittadini, che cristallo e ceramica vengano conferiti insieme al vetro; ridurre al minimo la frazione fine, quei piccolissimi pezzetti di vetro misti a ceramica e cristallo non selezionabili; dare obiettivi ai Comuni che non siano solo legati alle quantità intercettate con raccolta differenziata, ma anche alla loro qualità e riciclabilità. Punto qualificante dovrà essere anche l’incremento delle attività di ricerca e il miglioramento degli impianti per ridurre al minimo gli scarti. Ma per migliorare la qualità sono da tenere d’ occhio anche i metodi di raccolta differenziata e il Rapporto li mette a confronto: la tradizionale “campana” è al primo posto per efficienza, il 96% del vetro raccolto con questo metodo è, infatti, riciclato; all’ ultimo posto sta il contenitore stradale per la raccolta mista di vetro, metallo e plastica che vede un riciclo del solo 65% del vetro in esso contenuto, con uno scarto quindi di ben il 35%. Ora con i nuovi target di riciclo posti dal recente pacchetto Ue sull’ economia circolare (75% nel 2025 e 85% nel 2030) il miglioramento della qualità e della quantità del vetro raccolto diventa essenziale. Ed essenziale, dice il Rapporto, sarà anche ridurre la forte distanza fra le Regioni del Nord e le altre. Non solo nella raccolta differenziata il sud è fanalino di coda (358.719 tonnellate contro 1.038.734 del nord e con la Lombardia che da sola raccoglie più di tutto il meridione con 399.343 tonnellate), ma anche nel riciclo del vetro dove al nord il tasso di riciclo è del 73%, al sud del 54,9%. Senza un recupero nel Centro e nel Sud degli attuali ritardi rispetto al Nord, l’Italia, secondo il Rapporto, non sarebbe in grado di raggiungere i nuovi obiettivi europei. “Di fronte ai nuovi obiettivi europei – conclude Marco Ravasi - Presidente della sezione vetro cavo di Assovetro- sarà necessario ora aumentare e migliorare le raccolte differenziate e rafforzare l’innovazione nel settore per ottenere rottami di qualità che alimentino un ciclo virtuoso”.

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