Per aprire il vaso di Pandora, basta cercare su Google le parole “proteste pedonalizzazione”: il risultato è una sfilza di notizie provenienti da tutta Italia, da Roma a Cesena, da Macerata a Palermo, da Verona a Grosseto. Città diverse, con in comune però le preoccupazioni dei proprietari di negozi e locali, presi dalla paura che, una volta chiuso il traffico ai mezzi a motore, le strade dove si trovano le loro attività si svuoteranno. Eppure, i dati raccontano un’altra storia e lanciano un messaggio tranquillizzante a commercianti e ristoratori in rivolta.
Secondo uno studio della European Cyclists’ Federation, infatti, raddoppiando la quota di spostamenti effettuati in bici (al momento pari in Ue a meno dell’8%), i negozianti europei vedrebbero aumentare i loro guadagni di oltre 27 miliardi di euro. Oggi chi fa shopping in bici genera complessivamente nei Paesi membri un giro d’affari di 111 miliardi e diverse ricerche mostrano come spesso il consumatore a pedali spenda di più di quello motorizzato.
Uno studio realizzato nel 2013 dalla città di Copenaghen, per esempio, ha mostrato come i ciclisti producano maggiori entrate per i negozi rispetto agli automobilisti (2,05 miliardi di euro contro 2,04 miliardi), mentre una ricerca realizzata in sei città francesi ha scoperto che chi pedala spende più soldi nei negozi rispetto a chi guida (24,35 euro a settimana contro 21,65 euro). I ciclisti spendono meno per ogni singolo acquisto, ma visitano i negozi più spesso.
Alter ricerche hanno mostrato come spesso i commercianti siano portati a sovrastimare l’uso dell’auto da parte dei loro clienti: secondo un’indagine realizzata a Bristol e citata da Ecf, per esempio, gli esercenti ritenevano che il 41% delle persone arrivasse da loro in auto, mentre nella realtà il dato scendeva al 22%. Al contrario, l’uso della bici era stimato al 6%, contro il 10% effettivo. Non solo: i commercianti di Bristol sovrastimavano anche la distanza percorsa dai loro clienti. Pensavano che solo il 12% di loro vivesse nel raggio di 800 metri dal negozio, mentre il dato reale era del 42%. “Cambiare le città per renderle più adatte alle bici, e non alle auto, non ridurrà gli affari, come molti commercianti locali temono. Infatti, le entrate aggiuntive e i guadagni portati dai ciclisti compenseranno abbondantemente le perdite legate agli automobilisti”, spiegano da Ecf.
In Italia, dove fioriscono le proteste contro le pedonalizzazioni, gli spostamenti effettuati in bici oggi sono il 5% del totale, con un giro d’affari generato dallo shopping su due ruote di quasi 11 miliardi. Se la percentuale arrivasse al 12,5%, prevedono gli esperti di Ecf, il fatturato legato agli acquisti a pedali crescerebbe di altri 4 miliardi.
E di grandi benefici economici parlano anche le stime che accompagnano i due progetti della ciclovia Venezia-Torino (VenTo) e del Grande raccordo anulare della bici (Grab), per la cui realizzazione sono state stanziate risorse dall’ultima legge di Stabilità. Nel caso del percorso che dovrebbe attraversare tutta la pianura Padana, ideato da un gruppo di urbanisti del Politecnico di Milano guidati da Paolo Pileri, “i 679 km di VenTo possono raggiungere, a infrastruttura realizzata, fino a mezzo milione di passaggi/anno. Con un indotto di 100 milioni di euro/anno, VenTo creerà fino a 2.000 nuovi posti di lavoro”. L’anello di 44 chilometri che gira intorno a Roma, molto più corto dunque di VenTo, avrebbe comunque un impatto significativo: “Abbiamo calcolato che se ogni giorno il Grab fosse percorso da 250 persone, i benefici per la città sarebbero di 10 milioni di euro all’anno”, spiega il responsabile del progetto Alberto Fiorillo, che con la rete VeloLove ha coordinato il lavoro collettivo di cittadini e associazioni (Legambiente, Touring Club Italiano, Rete Mobilità Nuova , Salvaiciclisti), insieme al Parco Regionale dell’Appia Antica.