Si è scatenata una vera e propria polemica dopo l'incontro da parte di un Comitato paritetico per la biodiversità al ministero dell'Ambiente con all'ordine del giorno il Piano di conservazione e gestione del lupo.
“Il Piano – fa sapere il ministero - redatto con il contributo dei massimi esperti in materia e oggetto di un ampio confronto con i soggetti istituzionali interessati, individua 21 azioni per migliorare lo stato di conservazione della specie attraverso un’azione congiunta tra Stato e Regioni, avendo come punti fermi le esigenze di pacifica convivenza uomo-lupo e il contrasto al bracconaggio”.
Ma dopo l'uccisione della lupa Selana da parte di un bracconiere, lupa tra l'altro dotata di radiocollare e da tempo seguita e studiata, la polemica si è ulteriormente ampliata, vedendo scontrarsi da una parte allevatori e cacciatori, dall'altra le associazioni ambientaliste e gli zoologi.
Esiste però un differenza tra lupi, cani randagi e ibridi e da tempo in Italia si sono avviati studi di gestione e conservazione. Fortemente contrario il Wwf che in un comunicato spiega che: “Concedere alle Regioni la possibilità di abbattere alcuni esemplari, anche se a certe condizioni, al solo scopo di assecondare le istanze di una parte del mondo agricolo e venatorio, non solo è inaccettabile da un punto di vista di conservazione della specie ma è pericoloso anche per l’economia degli allevatori e per il contrasto al bracconaggio”.
Dello stesso parere anche Ermete Realacci, capo Gruppo alla Camera, che dalla sua pagina ufficiale dichiara: “È una pessima idea permettere l'abbattimento legale dei lupi. Per assicurare la buona conservazione di una specie così importante, tutelare gli allevatori, difendere il loro reddito e le nostre produzioni tipiche la priorità e l'urgenza sono rappresentate dai cani vaganti. A differenza dei lupi, infatti, i cani randagi non temono l'uomo perché lo conoscono, per averci convissuto prima di venir persi, e soprattutto scacciati e abbandonati, e uccidono in maniera disordinata e confusa. I lupi, invece, predano in maniera più selettiva, assicurando anche un efficace 'contenimento', naturale e gratuito, delle popolazioni di cinghiale che costituiscono un grave problema per l'impatto sull'agricoltura e, sempre più, anche sul turismo”.
Non si è fatta attendere comunque la risposta del ministero guidato da Gian Luca Galletti che sottolinea come: “Il piano nella versione oggi al vaglio non prevede autorizzazioni a priori all’abbattimento di lupi, ma la possibilità di attivare deroghe per il loro prelievo nell’ambito del quadro comunitario di riferimento, disposte caso per caso e con precise condizioni riportate nel Piano che rendono il sistema italiano tra i più stringenti a livello europeo. Non è prevista in alcun modo la possibilità di abbattimento di cani randagi, ma azioni di migliore attuazione della legge 281/91 che regola la materia”.
Sta di fatto che il lupo è una delle specie simbolo dell'importanza per quanto riguarda la protezione della biodiversità e che esistono metodi ampiamente sperimentati, efficaci e che ne escludono l’uccisione, dimostrando che la convivenza pacifica è possibile, se non certa.