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Si aggiunge un capitolo alla sharing economy made in Italy
Un nuovo servizio di bus sharing allunga la lista delle offerte “in catalogo”, in Italia circa 190 le piattaforme di economia collaborativa ed ora c’è anche una proposta di legge
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17/03/2016

Nel sempre più affollato settore delle offerte di sharing economy, arriva alche il bus sharing. Si chiama GoGoBus ed è un nuovo servizio, simile al car sharing, che si basa sul concetto di condividere per risparmiare. In questo caso non si condivide una piccola autovettura, ma un autobus: un’estensione che permette di ridurre ulteriormente i prezzi e di contribuire al contenimento dell’impatto sull’ambiente.

In sintesi, una nuova opzione ecologica ed economica per partecipare “in cordata” a concerti ed eventi di ogni tipo, ma anche per andare al mare o in montagna. Sono già 2000 gli utenti che fino ad oggi hanno deciso di avvalersi di questo servizio collettivo. Ci si prenota on line, da computer, tablet o smartphone, sul sito www.gogobus.it, scegliendo una destinazione già proposta o addirittura proponendone una sulla base di un evento che si ritiene di interesse. In questo senso GogoBus si inserisce a pieno titolo nel panorama della share economy, con un sistema – moltiplicabile attraverso i social - di co-creazione di valore. Al momento della prenotazione non si paga nulla, visto che il viaggio diventa effettivo quando le adesioni raggiungono la quota minima di 19 passeggeri.

Il servizio, nato dall’idea di due trentenni, Alessandro Zocca ed Emanuele Gaspari, riguarda e collega tutta la Penisola. “Attualmente - spiega Alessandro Zocca - collaboriamo con un centinaio di società di noleggio autobus, ma prevediamo un ulteriore incremento puntando maggiormente sui viaggi personalizzati”.

La sharing economy è diventato ormai un modello di servizio che si applica a tutti gli ambiti e in costante aumento. Secondo una ricerca presentata a Sharitaly, sono 187 le piattaforme italiane di economia collaborativa con un incremento del 35,5% nel 2015 rispetto all’ anno precedente. Di queste 118 sono di sharing economy e 69 di crowfunding. Il settore più gettonato è quello dei trasporti (19%), seguito da consumo e turismo, entrambi al 15%. Ormai si tratta di un mercato maturo, visto che il 70% delle piattaforme sharing è iscritta al registro delle imprese. In Italia poi si cerca anche di “istituzionalizzarla”. E’ stata presentata infatti nelle settimane scorse una proposta di legge bipartisan, la prima in Europa, composta di 12 articoli, che vuole promuovere e regolamentare l'economia della condivisione con un approccio trasversale ai diversi settori professionali integrando i modelli economici tradizionali con quelli innovativi. Secondo la proposta di legge l'autorità preposta alla vigilanza e alla regolazione sarà l'Antitrust che dovrà anche evitare la violazione delle regole della concorrenza.

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