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Vino bio: in un anno raddoppiano i consumatori italiani e vola l’export
Le 1.300 cantine organiche fatturano all’estero 137 milioni di euro: le vendite di bottiglie certificate nei Paesi stranieri aumentate in un anno del 38%, contro il +5% del mercato complessivo
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12/04/2016

Vinitaly compie 50 anni, e li festeggia con il boom del vino biologico. Secondo i dati dello studio Wine Monitor Nomisma, presentato in occasione della principale fiera italiana del settore enologico che si chiude il 13 aprile a Verona, in dieci anni, tra il 2004 e il 2014, il settore della viticoltura organica è cresciuto in Europa e nel mondo di circa il 260%. In Italia, in un anno sono raddoppiati i consumatori di bottiglie certificate bio. Negli ultimi 12 mesi il 21% della popolazione italiana over 18, ovvero 10,6 milioni di persone, lo ha bevuto in almeno un’occasione, a casa o fuori casa. Percentuale che nel 2013 era al 2% e nel 2014 aveva raggiunto quota 12%. È il segno, dicono gli autori della ricerca, “di un forte apprezzamento da parte del consumatore, che riconosce al vino bio naturalità (44% degli user riconosce tale fattore distintivo) ma anche qualità (17%)”. Tanto che il 75% degli intervistati si dice disposto a spendere di più per acquistare un vino con il marchio bio. “Il gradimento è giustificato dal fatto che il vino bio è di qualità superiore; i produttori devono prestare la massima attenzione alla qualità delle uve non essendoci trattamenti chimici in vigneto", dice Roberto Pinton, consigliere delegato di FederBio.

Un settore che oggi vale in Italia 205 milioni di euro, con una componente preponderante rappresentata dall’export. Un terzo del fatturato è realizzato sul mercato interno: “68 milioni di euro, considerando tutti i canali - gdo, catene specializzate in prodotti bio, enoteche, ristorazione/wine, vendite diretta”, spiegano gli autori della ricerca. "Oltre che nel canale specializzato il vino bio sta acquistando peso nella grande distribuzione, che lo ha individuato come prodotto con grandi opportunità e dove la crescita in valore va dal 20 al 70 % a seconda delle categorie”, aggiunge Pinton.  Il grosso del giro d’affari delle 1.300 cantine italiane certificate è generato però sui mercati internazionali: 137 milioni di euro, +38% rispetto al 2014. A fronte, fa notare la coordinatrice di Wine Monitor Silvia Zucconi, “di una crescita complessiva del vino italiano del 5%. Questo significa che la qualità dei vini biologici italiani ha un ottimo posizionamento anche all’estero, soprattutto in Germania (38% dell’export), primo mercato di destinazione per l’Italia”.

Nel nostro Paese sono certificati biologici il 10,3% dei vigneti: la media mondiale è del 4,5%, dato che in Europa sale al 7,8%. In termini assoluti, con 72.361 ettari, l’Italia è al secondo posto in Europa per superfici a vite certificate, dopo la Spagna (84.381 ettari). “Considerando l’orizzonte temporale 2003-2014 il Paese iberico presenta una crescita del +413% mentre l’Italia del +128% e la Francia del +307% (terzo posto in graduatoria, con 66.211 ettari)”, fanno notare da Wine Monitor. Tra le regioni più ricche di filari certificate troviamo al primo posto la Sicilia (27.105 ettari nel 2014, 38% sul totale italiano e +43% rispetto al 2011), seguita da Puglia (10.269 ettari, +22%) e Toscana (9.243 ettari, +46%).

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